Laika e gli altri

Si chiamava Blondi, un nome forse un poco lezioso per un cane lupo entrato nella storia e nella tragedia. Era il pastore tedesco di Hitler, testimone inconsapevole di atroci trame che i gerarchi e il loro führer predisponevano sulla terrazza di quel “nido d’aquila” fra i monti, rifugio preferito del buon Adolf che tanto amava il suo fido cane lupo, da farlo immortalare in filmati e foto d’epoca.  Tanto affettuosamente protetto da ucciderlo nel famoso bunker di Berlino, prima del suicidio collettivo. Anche Blondi aveva perso la guerra. Questa è una delle brevi storie raccolte in un libro singolare: “Il libro dei nomi dei cani”, a cura di Gioachino Gili e Marica Ferrero. Il volume procede in ordine alfabetico; dall’A alla Z, una breve presentazione condensa in poche righe storie di cani famosi, amati da padroni altrettanto noti, oppure fidi amici a quattro zampe che hanno ispirato romanzieri, registi cinematografici, poeti, storici, esploratori. Chiunque abbia avuto un cane (o più d’uno, nel corso degli anni).

Alla lettera A, incontriamo Astarte, cane di Annibale. La sua storia è stata raccontata da Andrea Pazienza nel libro “Storia di Astarte”che narra le avventure del cane e del suo condottiero: campi di battaglia, furore e morte. Un destino epico per entrambi. Epopea anche per Balto, il siberian husky, che percorse chilometri sul ghiaccio dell’Alaska per portare in una base sperduta medicinali salvavita. Spielberg lo immortalò in un cartone animato, New York in un monumento al Central Park. Anche lo scienziato Konrad Lorenz, autore di un classico dell’etologia come “E l’uomo incontrò il cane” del 1950, è stato conquistato dal cane Bindo, “cane da pastore, un tipo nobile, un cavaliere senza macchie e senza paura”.

Non seguiremo l’ordine alfabetico rigorosamente rispettato dagli autori, che hanno scandito con un ritmo preciso le piccole avventure del quotidiano che rendono così speciale il rapporto fra l’essere umano e il suo cane. Questi nomi, entrati in storie uniche e irripetibili racchiudono eventi da ricordare. Così non dobbiamo dimenticare Nika, femmina di pastore tedesco, appartenente all’Ana (Associazione Nazionale Alpini) abile a trovare persone sotto le macerie. Cani reali e cani mitologici, come Xolotl, della leggenda atzeca che al poeta messicano Octavio Paz suggerisce questa definizione, “Xolotl, cane guida dell’inferno… occhio sfinito che piange per noi”.

In questo gradevole, anche commovente, “dizionarietto”, dedicato ai cani e ai loro nomi, c’è Laika, la cagnolina meticcia che “il 3 novembre 1957 lasciò la terra a bordo dello Sputnik, primo essere vivente a bordo di una capsula spaziale”, che ha un posto non solo nell’avventura della scienza, ma anche fra le stelle. Da lì, Laika non è più tornata.  Non sappiamo se qualcuno ne pianse la scomparsa, non sappiamo se ci sono epitaffi in suo onore. Ma ce ne è uno che può valere per tutti, dedicato dal poeta Byron al suo terranova Boatswain: “In questo luogo è deposta la spoglia di uno che fu bello senza vanità, forte senza insolenza, coraggioso senza ferocia. Egli possedeva tutte le virtù dell’uomo senza i vizi. […] Queste pietre segnano il posto di un amico. Uno solo ne ho conosciuto e qui riposa”.

Gioachino Gili e Marica Ferrero (a cura di)
Il libro dei nomi dei cani
DeAgostini 2010, pp. 190, euro 8,90

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