Terremoti, tsunami, alluvioni: il costo in termini di vite umane di questi disastri naturali è inestimabile, anche quando si conosce il numero esatto di vittime. Il loro peso sull’economia globale è, invece, perfettamente calcolabile: per l’anno 2011 si attesta intorno ai 380 miliardi di dollari. Cifra che rende questo anno il più costoso degli ultimi 30 anni (fino a oggi il record era del 2005, con danni conseguenti a catastrofi ambientali pari a 220 miliardi di dollari). Per lo meno questa è la stima della Munich Re, una delle maggiori compagnie riassicuratrici del mondo che ha calcolato i costi delle tragedie ambientali dal 1980 a oggi.
A pesare maggiormente sul bilancio mondiale dello scorso anno sono stati il terremoto dell’11 marzo in Giappone, quello del mese precedente (22 febbraio) in Nuova Zelanda – nella stessa zona colpita nel 2010 da un terremoto di intensità ancora maggiore – e le alluvioni in Thailandia tra agosto e novembre. In particolare, quanto avvenuto nella costa nordorientale dell’isola nipponica è stato stimato come il più costoso disastro di tutti i tempi: 210 miliardi, senza tenere conto dei danni riportati dalla centrale nucleare di Fukushima- Daiichi.
Il 90 per cento degli oltre 820 eventi che hanno provocato perdite rilevanti nel 2011 è legato a fattori climatici, e solo il 10 per cento a fenomeni geofisici. Nonostante questo, i due terzi del costo dei danni è attribuibile proprio a terremoti e smottamenti. Infatti negli ultimi anni il peso economico di questi eventi è aumentato, anche se il loro numero totale annuo è invece rimasto quasi invariato dal 1980. Aumentati anche numero e costo dei disastri collegati ai cambiamenti climatici globali come siccità, alluvioni e tempeste, soprattutto quello degli ultimi due.
L’effetto del climate change lo scorso anno si è fatto sentire anche in altri modi. Per esempio, per la prima volta l’agenzia meterologica statunitense Noaa ha qualificato come tempesta tropicale un sistema di bassa pressione verificatosi nell’area del Mediterraneo (Rolf, formatosi lo scorso 3 novembre). Inoltre, lo scorso anno sono morte 27 mila persone in conseguenza di catastrofi naturali, ma di questo conto non fa parte l’ingente numero delle vittime della carestia dovuta alla peggiore siccità delle ultime decadi nel Corno d’Africa, la più grande emergenza umanitaria del 2011. Guerre civili e instabilità politica rendono molto difficile il conto preciso delle vite perse.
Riferimenti: Munich Re
Credit per l’immagine: New Scientist
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cosa aspettarci dalla vita.... si cresce si matura si muove! o santa scienza fai progressi che tuttti li aspettiamo