Il Van Gogh è fluo

    Il bianco degli acquarelli di Van Gogh brilla. Letteralmente. Particolari tecniche di misurazione dello spettro di riflettanza e fluorescenza applicate all’opera Les bretonnes et le pardon de pont Aven del 1888 (appartenente alla Collezione Grassi della Galleria d’Arte Moderna di Milano) hanno rivelato un’inusuale fluorescenza di colore verde in corrispondenza delle zone dipinte di bianco, intensa e prolungata.

    A scoprirla sono stati i ricercatori dei dipartimenti di Chimica e di Fisica del Politecnico di Milano, che hanno descritto i risultati dei loro studi in un articolo pubblicato su Applied Physics A

    L’opera è uno dei pochi acquerelli di Vincent Van Gogh disponibili in Italia. Secondo i ricercatori, la fluorescenza sarebbe dovuta all’uso di ossido di zinco e alla presenza di tracce di solfuro di zinco o di altre impurità metalliche che farebbero assumere al pigmento un comportamento da semiconduttore, capace di generare l’effetto osservato.

    Gli studiosi ricordano che il solfuro di zinco e altre sostanze simili venivano utilizzate tra la fine dell’’800 e la prima metà del ‘900 nei vecchi tubi catodici degli strumenti scientifici, perché generavano una intensa emissione bianco-verde quando venivano eccitati con fasci di elettroni. 

    L’effetto è stato svelato misurando lo spettro di fluorescenza Uv sull’acquarello, grazie a uno strumento sviluppato presso l’ateneo milanese, chiamato Sistema di Immagini Multispettrali, che permette di rilevare anche le più sottili sfumature di colore di un dipinto e di verificarne la stabilità al cambiamento delle condizioni ambientali.

    Riferimento: “On the discovery of an unusual luminescent pigment in Van Gogh’s painting Les bretonnes et le pardon de pont Aven”, Applied Physics A

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