Cambiamento climatico, al Cern si studiano le nuvole

Gli scienziati del Cern di Ginevra non fanno solo scontrare fasci di particelle ad alta energia alla ricerca di altre particelle più rare. E neanche passano il tempo a scrivere e girare film su una possibile invasione di zombie all’interno del Large Hadron Collider. Per lo meno non tutti. I ricercatori del progetto Cloud (Cosmics Leaving OUtdoor Droplets) infatti lavorano per svelare uno dei più antichi enigmi dell’Universo, quello della formazione delle nuvole

Apparentemente la questione sembra abbastanza chiara, come spiega Fast Company: la formazione delle nuvole avviene quando piccole particelle nell’atmosfera diventano grandi abbastanza attraverso condensazione o coagulazione per diventare nuclei di condensazione, ovvero semi da cui si formano le nuvole. Ma questo processo di formazione dei semi non è ancora ben compreso. 

Per esempio, nella metà dei casi queste particelle di aerosol si formano sulla superficie terrestre a partire da spray marino o da polvere del deserto. “Nell’altra metà dei casi” spiega il responsabile del progetto Jasper Kirkby in un’intervista a Yale e360avviene invece la condensazione di piccolissime quantità di vapore nell’atmosfera, che si condensano a formare piccoli cluster molecolari che poi crescono e diventano abbastanza grandi da formare semi delle nuvole”. Come funzioni questo processo ancora non è chiaro. 

Lo strumento con il quale il team svizzero – in realtà internazionale in quanto ne fanno parte fisici provenienti da ben nove paesi – punta a svelare il meccanismo di formazione delle nuvole è un grosso bidone di metallo, chiamato la Cloud Chamber. “In realtà”, sottolinea lo scienziato, “è un bidone veramente high tech. Infatti è probabilmente il più pulito bidone della spazzatura al mondo: ha un un numero talmente basso di contaminanti che ci permette di ricreare le condizioni che esistono alle altitudini alle quali si formano le nuvole”. 

Questo bidone, gli scienziati del Cern lo usano come una grossa pentola nella quale mescolano diverse quantità di acqua, vapori, e composti chimici per simulare il processo di formazione dei nuclei di condensazione delle nuvole. Poi gli scienziati cuociono questa zuppa con diverse intensità di raggi cosmici e la studiano con gli strumenti che circondano la stanza. Capire l’influenza della radiazione cosmica, il flusso di particelle cariche che dallo spazio esterno colpisce continuamente la Terra, in questo meccanismo di formazione delle nuvole, è l’altro enigma che il gruppo di Kirby vorrebbe spiegare.

Infatti alcuni scienziati e scettici del Climate Change hanno recentemente suggerito che una riduzione della radiazione cosmica nelle ultime decadi abbia causato una minore formazione di nuvole nell’atmosfera e questo avrebbe invece fatto aumentare la quantità di energia solare arrivata sul Pianeta. L’effetto finale di questo processo sarebbe il riscaldamento globale. Secondo il ricercatore britannico non ci sono prove a sostegno di questa teoria, ma Kirby spera che il loro esperimento possa gettare luce una volta per tutte sulla vicenda.  

via wired.it

Credit immagini: Cern

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