Perché fa male mangiare senza fame

Mangiare sì, ma quando? Se chiedete a una nonna italiana, specialmente durante le festività, non avrà dubbi: sempre, perché vi vede sciupati. A darle torto, oltre al buon senso, arriva oggi anche uno studio della Cornell University, che ha analizzato i potenziali effetti per la salute che ha mangiare quando non si ha fame.

I risultati, pubblicati sul Journal of the Association for Consumer Research, dimostrano che si tratta di un’abitudine poco sana, confermando che l’appetito dovrebbe essere un indicatore prezioso per capire quando è il momento di consumare del cibo.

La ricerca, spiegano i suoi autori, nasce per analizzare i potenziali effetti della cultura alimentare dei paesi sviluppati, in cui la disponibilità pressoché illimitata di cibo ha stravolto le nostre abitudini, portandoci a mangiare spesso senza considerare la presenza o l’assenza della fame.

Per scoprire quali effetti possa avere questa abitudine, i ricercatori hanno chiesto a 45 studenti universitari di auto-valutare il proprio livello di fame, e di consumare poi un pasto ricco in carboidrati. Misurando quindi i livelli di glucosio nel loro sangue, i ricercatori hanno stabilito i potenziali effetti dannosi del pasto: consumando carboidrati infatti i livelli di glucosio tendono a salire, e poiché questa sostanza può danneggiare le cellule dell’organismo, più i livelli diventano alti meno il cibo è considerato sano.

Analizzando i risultati è quindi emerso che il glucosio nel sangue era salito maggiormente negli studenti che avevano dichiarato di essere meno affamati prima del pasto. In questo modo, i ricercatori ritengono di aver dimostrato che mangiare quando non si ha fame è un’abitudine poco salutare. Con buona pace delle nonne.

Via: Wired.it

Credits immagine: lu_lu/Flickr CC

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