Storie vere di disfunzione erettile, per imparare come affrontare la malattia

(Sia) – Un istintivo senso di dramma che può portare a una grave perdita di sicurezza e innescare un vero e proprio “circolo vizioso dello stress”. La disfunzione erettile è spesso vissuta, infatti, con un’aspettativa negativa che è causa, nel 20% dei casi, di tensione e nervosismo: uno stato d’ansia che a sua volta, in 1 uomo su 3, può favorire ulteriori problemi di erezione. In occasione della Festa del Papà (sabato 19 marzo) la Società Italiana di Andrologia (SIA) diffonde i racconti “Dire fare amare”: storie vere di disfunzione erettile, che permettono di fare luce sul alcune delle cause e sul peso psicologico di un problema che affligge circa 3 milioni di italiani e i cui sintomi, tra i 40 e i 70 anni, si presentano addirittura in un uomo su due.

“La disfunzione erettile viene spesso vissuta dall’uomo che ne è affetto – spiega Paolo Turchi, titolare della specialistica andrologica dell’Ospedale di Prato – come una perdita di identità di genere e una sconfitta della propria virilità. Le storie vere raccontate nel progetto ‘Dire fare amare’, promosso dalla Società Italiana di Andrologia con il supporto di Eli Lilly, permettono di scavare nello stato d’animo che un problema di erezione può generare, in modo incontrollato e irrazionale. È invece fondamentale reagire, parlandone con la partner e rivolgendosi a uno specialista, per individuare le cause sottostanti e essere curato con la terapia farmacologica più adatta, quando necessario associata a terapie cognitivo-comportamentali. Questo atteggiamento permette di gestire il problema e molto spesso di risolverlo, riprendendo la propria normalità”.

“La disfunzione erettile – aggiunge Turchi – è molto più diffusa di quanto si creda, colpisce circa 3 milioni di maschi italiani ed è il primo disturbo sessuale per importanza e per impatto sulla psiche. Infatti la disfunzione erettile, se trascurata e non curata, può cronicizzarsi e trasformarsi in una fonte di ansia, depressione e insicurezza. Deve essere ben chiaro che un problema di erezione ha sempre concause e implicazioni psicologiche, ma può anche essere un primo campanello di allarme di una malattia fisica sottostante, che non si è ancora manifestata fino a quel momento. È il caso, ad esempio, di un problema circolatorio che, soprattutto in uomini con fattori di rischio vascolare come il colesterolo alto, il fumo di sigaretta, il diabete o l’ipertensione, può avere proprio nella disfunzione erettile una prima manifestazione clinica”.

Le storie. I racconti “Dire fare amare”, firmati dallo scrittore Luca Masia e liberamente ispirati alle storie di un giornalista televisivo e di un autore teatrale, sono disponibili gratuitamente sul sito della Società Italiana di Andrologia.

Giuseppe è il protagonista de “La forza del destino”. Appassionato di musica lirica, lavora in un’emittente locale, dove conduce un programma settimanale sull’arte. Sposato da oltre 40 anni con Sara, accarezza nervosamente la sua sciarpa di seta al solo pensiero della disfunzione erettile: idea che lo tormenta da quando gli viene diagnosticato un tumore alla prostata ed è costretto a sottoporsi a un intervento chirurgico che spesso – fino all’80-90% dei casi – compromette la capacità erettiva. La frase simbolo del racconto: “Pensavo di aver perso la mia virilità e che ne sarei morto”.

Daniele è il protagonista di “Saperla lunga”. È un uomo dotato di una grande intelligenza e umorismo, alle prese con la sceneggiatura di uno spettacolo teatrale ispirato a Woody Allen. La disfunzione erettile lo getta in un “baratro, come in un pozzo con le pareti foderate di panico” e rischia di ripercuotersi negativamente sulla sua vita famigliare e anche sul suo lavoro. Solo la forza e la solidità della moglie, insieme all’amore della figlia adolescente, permettono a Daniele di reagire, consultare il medico e seguire la terapia quotidiana, riprendendo così in mano la propria vita. La frase simbolo del racconto: “Infilammo i guantoni da boxe e la donna che amavo e che sarebbe diventata mia moglie mi ruppe il naso”.

Una questione da donne. Un uomo che convive con la disfunzione erettile è preoccupato che la sua incapacità di ottenere o mantenere un’erezione possa compromettere l’intesa con la partner (57%) e finisca per allontanare la propria donna (53%). Spesso si sente a disagio anche solo a parlare del problema e a confidarsi con la propria compagna (35%). Invece la collaborazione della donna, in una coppia stabile, ha un ruolo rilevante per la gestione della disfunzione erettile e può agevolare il percorso terapeutico. “Gli studi ci dicono che spesso la decisione di consultare un medico viene presa dalla partner – commenta Paolo Turchi – ed è per questo che la comunicazione e la trasparenza sono fondamentali: prendere un farmaco, all’insaputa della propria compagna, non risolve la disfunzione erettile, mentre la condivisione del disagio può rafforzare il legame di coppia e la stessa partner può essere coinvolta nella terapia”.

La giusta terapia. Le storie di Giuseppe e di Daniele si concludono, grazie alla capacità dei due protagonisti di reagire alla disfunzione erettile, con un lieto fine e con un ritorno alla normalità. Cruciale è la scelta di rivolgersi allo specialista e la determinazione nel seguire la terapia farmacologica. “È importante non cedere al fai-da-te, che è rischioso perché può dare problemi di interazione con altri medicinali e patologie. È lo specialista, invece, che ha il compito di riconoscere i diversi fattori, psicologici e organici, che concorrono alla disfunzione erettile e valutare il loro peso specifico. Ad esempio, una terapia farmacologica quotidiana può favorire il ripristino di un corretto meccanismo eccitazione/erezione e il superamento dell’ansia prestazionale, consentendo così una rifocalizzazione sul piacere e un progressivo incremento della fiducia”.

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