La voce di Freddie Mercury secondo la scienza

(credits:¬nick/Flickr CC)

I Queen sono certamente una delle band di maggiore successo nella storia del rock. Lo dicono sia le cifre dei dischi venduti, almeno 150 milioni, sia il gran numero di band ispirate a loro, sia le folle di fan ai concerti o che ascoltano tuttora le loro canzoni. Non si può negare che una parte consistente di questo successo sia legata alla figura di Freddie Mercury. I fan e molti appassionati di musica concordano nel considerare la sua una grandissima voce, ma ne esiste una valutazione oggettiva? Cosa ci può dire la scienza a proposito?

La risposta è contenuta in uno studio pubblicato su Logopedics Phoniatrics Vocology, secondo cui, nel complesso, Freddie era un cantante con doti fisiche nella norma, ma con un grande controllo della voce, spesso utilizzata ai limiti, a giudicare dal registro utilizzato, più alto di quello a lui congeniale, e dall’uso di tecniche vocali inusuali.

Le registrazioni – materiale dello studio – presentano spesso delle modificazioni rispetto alla voce originale, dovute a fattori quali l’ambiente di registrazione, l’apparecchiatura utilizzata ed eventuali modifiche introdotte dai tecnici del suono, per raggiungere il risultato desiderato. Per questo i ricercatori hanno selezionato attentamente il materiale, scegliendo sei interviste, oltre ad una serie di frammenti di brani dei Queen o di Mercury come solista. Le interviste sono state scelte per analizzare la frequenza media del parlato del cantante, da cui sarebbe emersa una prima sorpresa. Infatti, la voce di Mercury aveva una frequenza media compatibile con il registro di un baritono, nonostante fosse conosciuto per un cantato tenorile.

In base alle registrazioni, i ricercatori hanno cercato di stabilire, poi, il range vocale del cantante, affermando che l’estensione si attesta a 37 semitoni, poco più di tre ottave, e non è possibile affermare, in base al materiale a disposizione, un’estensione maggiore, come le quattro ottave dichiarate altrove. Un’estensione di tre ottave non ha niente di straordinario, ma rientra nella media dei cantanti di età simile.

Per analizzare le tecniche vocali di Freddie i ricercatori hanno chiesto a un cantante rock contemporaneo di imitare la tecnica di Mercury, registrando alcuni dati, come il movimento della laringe. E soprattutto due gli aspetti sembrano tipici del suo stile. Da una parte il vibrato, tecnica molto utilizzata da un gran numero di cantanti, sia in ambito rock che classico, era più veloce e irregolare rispetto alla media (come modello di vibrato regolare è stato utilizzato quello di Pavarotti). L’altro aspetto degno di nota era l’utilizzo delle subarmoniche, cioè frequenze che vanno ad aggiungersi a quelle principali e sono sottomultiplo di queste, utilizzate per ottenere effetti particolari, come il cantato definito “growl”. Questa tecnica di canto non è diffusa nella musica occidentale, mentre fa parte delle tradizioni di alcune popolazioni asiatiche, quali quelle che abitano la Tuva, in Siberia, e può essere ascoltato in questo video.

Riferimenti: Logopedics Phoniatrics Vocology (2016) DOI: 10.3109/14015439.2016.1156737

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