Così gli asteroidi diventano astronavi

Asteroidi
(Immagine: Made in Space)
Asteroidi
(Immagine: Made in Space)

Se la Nasa non va dagli asteroidi, gli asteroidi vanno dalla Nasa. L’ultima follia finanziata dall’agenzia spaziale americana, infatti, è un’idea partorita dagli scienziati di Made in Space, un’azienda aerospaziale californiana, che prevede di trasformare gli asteroidi in grandi astronavi, in modo che questi possano avvicinarsi autonomamente alla Terra e lì essere sfruttati a scopo minerario o di ricerca. Il progetto, racconta Space.com, si chiama Rama (Reconstituting Asteroids into Mechanical Automata) e fa parte dei programmi a lungo termine di Made in Space nel settore della colonizzazione spaziale.

“Oggi siamo in grado di estrarre risorse dalla Terra”, ha racconto Jason Dunn, cofondatore di Made in Space. “Cosa avverrà quando ci serviranno le stesse risorse nello Spazio? Da dove e come le prenderemo, e come le porteremo là dove ci servono? Ecco un modo per farlo”. L’idea di Dunn e colleghi è di inviare su un asteroide non troppo lontano una navicella robotica (la cosiddetta Seed Craft). Una volta atterrata, la navicella estrarrebbe materiale dall’asteroide stesso e lo utilizzerebbe, con l’ausilio di stampanti 3d e altre tecnologie, per costruire in situ i sistemi di propulsione, navigazione e immagazzinamento dell’energia, trasformando di fatto l’asteroide in una grande nave spaziale autonoma.

Ovviamente, si tratterebbe di un’astronave molto più naïve rispetto a quelle che partono dalla Terra, con pochissima elettronica e molta meccanica. Il computer di bordo, per esempio potrebbe essere un sistema analogico basato sul meccanismo di Anticitera (una macchina calcolatrice usata dai greci per tracciare il moto di astri e pianeti), mentre il sistema di propulsione potrebbe essere costituito da una sorta di catapulta che scaglia massi o altro materiale via dall’asteroide, in direzione opposta rispetto al verso di marcia desiderato. “La tecnologia, in realtà, esiste da tantissimo tempo”, commenta Dunn. “Vogliamo capire se possiamo utilizzarla su un asteroide. Secondo noi, la cosa è possibile”. La Nasa ha creduto nel progetto, assegnando a Made in Space 100mila dollari per uno studio di fattibilità. Staremo a vedere.

Via: Wired.it

1 commento

  1. Con la scoperta di 2016 HO3, un piccolo asteroide delle dimensioni stimate comprese tra 40 e 90 metri che nella sua danza attorno alla Terra, non si
    avvicina mai per più di 38 volte la distanza della nostra Luna (14,6
    milioni di km) e non se ne allontana per più di 100 volte (38,4 milioni
    di km) alcune idee sono sorte spontanee nella mia mente:
    Prima di tutto diamogli un nome decente (2016 HO3 è veramente impossibile) : io proporrei Endimione, e chi conosce la mitologia può capire perchè, ma si potrebbe anche fare un concorso per il nome da assegnargli.
    Fatto questo mandiamo una sonda ad esplorarlo come si deve: abbiamo mandato sonde nei posti più assurdi e non lo mandiamo su di un corpo celeste relativamente vicino e che sarà nostro compagno per molti secoli ancora?
    Quando poi all’idea di dotarlo di un “motore” per poterlo spostare su orbite diverse varrebbe la pena di fare il tentativo:
    Potrebbe diventare un formidabile “Pugno di ferro” per deviare asteroidi in rotta di collisione con la Terra.

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