La missione Juno è nell’orbita di Giove

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(Credits: : NASA/JPL-Caltech/Flickr CC)
(Credits: : NASA/JPL-Caltech/Flickr CC)
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Siamo arrivati su Giove. La sonda Juno della Nasa, dopo un viaggio di quasi cinque anni attraverso il Sistema solare, è arrivata a destinazione, incontrando il gigante gassoso. La conferma che tutto è andato come previsto è arrivata nella mattina presto di oggi 5 luglio, ma appena prima della mezzanotte negli Usa, dove l’arrivo della navicella ha così contribuito ai festeggiamenti per il 4 luglio.

A salutare l’inserimento nell’orbita di Giove sono stati diversi centri sparsi un po’ ovunque nel mondo: da Pasadena e Goldstone, in California, a Littleton in Colorado, a Canberra in Australia, che hanno analizzato i dati di navigazione della sonda. Sonda che ha tenuti, come da tradizione, tutti col fiato sospeso durante le manovre di inserimento nell’orbita.

Per farlo, la sonda (che è un po’, lo ricordiamo, anche italiana) ha dovuto eseguire una serie di operazioni in successione. Primo: ha dovuto cambiare orientamento per mettere il motore principale nella giusta direzione e aumentare il tasso di rotazione per aiutare a stabilizzarla.

Successivamente è stato accesso il motore 645-Newton Leros-1b e la velocità ha cominciato a rallentare così da permettere a Juno di essere catturata nell’orbita di Giove. Infine, dopo che l’operazione di burn è stata completata, Juno ha di nuovo rallentato la rotazione e si è orientata in modo da catturare l’energia solare con le sue tre ali ricoperte di celle solari. “La sonda ha funzionato perfettamente, ed è sempre bello quando si guida un veicolo con 1,7 miliardi di miglia sul contachilometri”, ha commentato entusiasta Rick Nybakken, project manager di Juno.

Ora inizia il bello. L’inizio per la raccolta di dati scientifici è previsto per ottobre, ma è probabile che le operazioni prenderanno il via molto prima. Carpire i segreti del più grande dei pianeti del Sistema solare, dalla composizione e la temperatura dell’atmosfera al campo magnetico e gravitazionale, è un compito che richiede tempo. Farlo servirà non solo a raccontarci qualcosa di più su Giove e la sua origine, ma anche sull’evoluzione del nostro Sistema solare.

Via: Wired.it

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