Scoperta la gemella oscura della Via Lattea

materia oscura
(Credits: Pieter van Dokkum, Roberto Abraham, Gemini, Sloan Digital Sky Survey)
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(Credits: Pieter van Dokkum, Roberto Abraham, Gemini, Sloan Digital Sky Survey)

Una galassia così non si era mai vista, anche perché era davvero difficile vederla, dato che è composta al 99,99 per cento da materia oscura. L’ha scoperta un team internazionale di ricerca che ha fatto capo all’Università di Yale. Lo stranissimo oggetto cosmico si trova a 300 milioni di anni luce dalla Terra, nella zona della costellazione nota come Chioma di Berenice ed è stata battezzata Dragonfly 44. Le osservazioni sono state effettuate attraverso due telescopi, entrambi costruiti alle Hawaii: il W.M. Keck Observatory e il Gemini North Telescope.

Gli astronomi si sono interessati a Dragonfly 44 quando hanno notato una galassia dalle dimensioni apparenti simili a quelle della Via Lattea, ma con un numero di stelle drasticamente inferiore. Cosa succede laggiù? Gli scienziati hanno spiegato che se quelle stelle osservate fossero oggetti isolati nello Spazio, lontani da corpi celesti abbastanza massicci da tenerli legati insieme per mezzo della forza di gravità, avrebbero dovuto schizzare via lontane l’una dall’altra. Restano al contrario, nella stessa zona dello Spazio, tra l’altro muovendosi a grande velocità.

“Quando delle stelle si muovono molto rapidamente”, ha spiegato Robert Abraham, coautore dello studio in via di pubblicazione su Astrophysical Journal Letters e ricercatore dell’Università di Toronto, vuol dire che la galassia alla quale appartengono è dotata di massa molto molto grande. La stimiamo in circa mille miliardi di volte più grande della massa del nostro Sole. La particolarità di Dragonfly 44 è che sostanzialmente tutta la materia che la compone è oscura”.

Non si tratta di una novità assoluta ma tutte le galassie oscure osservate finora era molto più piccole, di circa 10.000 volte. “Non abbiamo ancora compreso come questa galassia si sia formata”, ha aggiunto Abraham “di come Dragonfly 44 si sia potuta formare. Le immagini che abbiamo elaborato mostrano le stelle ‘normali’ raccolte in cluster relativamente stretti. Questo può essere un indizio ma che resta ancora da indagare”.

Riferimenti:  Astrophysical Journal Letters http://arxiv.org/abs/1606.06291

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