Così i Neanderthal hanno cambiato il sistema immunitario degli Europei

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(Credis: NCSSM/Flickr CC)
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(Credis: NCSSM/Flickr CC)

Persone che provengono da diverse parti del mondo si ammalano in modo diverso: in particolare, alcune sono più propense a sviluppare alcuni tipi di infezioni, infiammazioni croniche e malattie autoimmuni. Due studi pubblicati su Cell mostrano che queste differenze possono essere collegate in gran parte a differenze a livello genetico, che influenzano il modo in cui funzionano i sistemi immunitari di persone con origini europee o africane e hanno a che fare con la nostar storia evolutiva. In particolare con il cugino Neanderthal.

Dai risultati, raccontano i ricercatori, è anche emerso che queste differenze si sono sviluppate nel tempo, in quanto in grado di fornire una migliore protezione alle malattie che potevano affliggere le popolazioni nell’area in cui risiedevano. Sarebbe per questo, ad esempio, che le persone con origini africane mostrerebbero una risposta immunitaria più forte rispetto agli Europei. Ma veniamo agli studi.

I dati raccolti da Lluis Quintana-Murci e i suoi colleghi nella prima ricerca mostrano anche che le popolazioni europee avrebbero sviluppato una risposta immunitaria più debole quando i loro antenati si sono allontanati dall’Africa: in particolare, i sistemi immunitari degli Europei sarebbero cambiati dall’introduzione di nuove varianti genetiche attraverso l’incrocio con i Neanderthal. “Mi aspettavo di osservare differenze nelle risposte immunitarie causate dalle diverse origini,” ha commentato Luis Barreiro, autore principale del secondo studio, “Ma non una tendenza così evidente verso una risposta più forte ad una infezione negli individui di origini africane.”

Quintana-Murci e i suoi colleghi hanno utilizzato tecniche di sequenziamento dell’Rna per studiare il modo in cui i monociti, cellule del sistema immunitario, provenienti da 200 partecipanti di origini europee o africane, rispondevano agli attacchi di virus e batteri. I ricercatori hanno individuato un gran numero di differenze nell’attività di particolari geni contenuti all’interno dei monociti, tra persone con la stessa origine, ma soprattutto tra partecipanti con origini diverse. Dai dati ottenuti è anche emerso che gli Europei avrebbero “preso in prestito” alcune varianti dai Neanderthal, e che queste varianti avrebbero conseguenze specifiche sul modo in cui il sistema immunitario risponde a un’infezione virale.

Nel secondo studio, Barreiro e il suo team si sono invece concentrati su un altro tipo di cellula del sistema immunitario, i macrofagi, e sul modo in cui questi rispondono a patogeni batterici. Gli scienziati hanno infettato 175 macrofagi provenienti da pazienti africani ed europei con Listeria monocytogenes (i batteri responsabili della listeriosi) e con Salmonella typhimurium, per osservare le differenze nelle loro risposte. Lo studio ha identificato migliaia di geni che causano diverse risposte all’infezione in base all’origine del paziente. I ricercatori hanno anche osservato che un’origine africana è associata a una risposta infiammatoria più forte, che limita lo sviluppo del batterio.

“Le basi genetiche e molecolari delle differenze che causano la suscettibilità a certe malattie in base alla propria origine sono state fino ad ora un mistero,” ha commentato Barreiro, ” Questi risultati forniscono una prima descrizione delle differenze nella risposta immunitaria, e delle basi genetiche ad esse associate e che potrebbero aiutare a spiegare queste differenze. Più in generale, i nostri risultati mostrano come eventi storici selettivi continuano ad influenzare la diversità fenotipica degli esseri umani ancora oggi, inclusi tratti fondamentali per combattere le infezioni“. I ricercatori sottolineano come siano ora necessarie ulteriori ricerche per capire meglio il ruolo dell’ambiente e di altri fattori nelle differenze osservate.

Riferimenti: Cell doi: 10.1016/j.cell.2016.09.024 e 10.1016/j.cell.2016.09.025

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