Un esopianeta più caldo delle stelle

esopianeta
Credit: NASA/JPL-Caltech/R. Hurt (IPAC)
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Credit: NASA/JPL-Caltech/R. Hurt (IPAC)

Si chiama Kelt-9b ed è il nuovo esopianeta appena scoperto da un team di ricercatori internazionale delle università dell’Ohio State e di Vanderbilt. Lontano esattamente 650 anni luce da noi, nella costellazione Cigno, il nuovo esopianeta raggiungerebbe una temperatura da record di oltre 4.300 gradi, ovvero molto più alta della maggior parte delle stelle e solo 1.000 gradi più “fresca” di quella del nostro Sole.

L’esopianeta sarebbe così caldo perché la stella intorno alla quale orbita è il doppio più grande e più calda del nostro Sole. “La stella Kelt-9 rilascia così tanta radiazione ultravioletta che potrebbe far evaporare completamente il pianeta”, spiega Keivan Stassun, uno degli autori dello studio. Inoltre, l’orbita di Kelt-9b è estremamente vicina alla stella, tanto che se la stella cominciasse a espandersi, ingloberebbe completamente il pianeta, “Kelt-9 diventerà una gigante rossa tra circa un miliardo di anni – continua Stassun – Le prospettive a lungo termine per la vita su Kelt-9b quindi non sono affatto buone”.

Un’altra caratteristica di Kelt-9b è un gigante di gas di 2,8 volte più grande di Giove, ma ha solo metà della sua densità, probabilmente per la forte radiazione della sua stella capace di spazzare via la sua atmosfera. Infatti, il lato del giorno del pianeta è continuamente bombardato dalla radiazione stellare e, di conseguenza, è così caldo che le molecole d’acqua, anidride carbonica e metano non possono formarsi.

“È un pianeta a tutti gli effetti, ma la sua atmosfera è certamente diversa da qualsiasi altro pianeta che abbiamo mai visto finora a causa dell’elevatissima temperatura che raggiunge durante il suo giorno”, spiega Scott Gaudi, autore dello studio.

Per individuare l’esopiamenta il team di ricercatori ha utilizzato un piccolo telescopio Kelt (Kilodegree Extremely Little Telescopes) al Winer Observatory in Arizona: gli astronomi hanno notato una minuscola diminuzione della luminosità della stella (0,5%), ogni giorno e mezzo, suggerendo quindi il passaggio di un pianeta proprio davanti a quella stella. E ora, il team di astronomi spera di riuscire a studiare più da vicino il nuovo esopianeta Kelt-9b servendosi di altri telescopi, come Spitzer, Hubble Space Telescope (Hst) e il telescopio spaziale James Webb dopo il suo lancio nel 2018.

Le osservazioni consentiranno così di stimare quanto il pianeta sopravviverà alla sua attuale condizione “infernale”. “Mentre cerchiamo di sviluppare un quadro completo della varietà di altri mondi che ci sono là fuori – conclude Stassun – è importante sapere non solo come i pianeti si formano ed evolvono, ma anche quando e in quali condizioni vengono distrutti”.

Via: Wired.it

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