L’influenza aumenta il rischio di infarto nelle persone a rischio

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(Foto via Pixabay)

Tutt’altro che un semplice e lieve disturbo respiratorio. Quest’anno l’influenza è tornata al centro dell’attenzione per la sua incidenza record. Ad oggi, ancora nel pieno della stagione invernale, sono 5 i milioni di persone colpite, numeri che in Italia non si vedevano da quasi una decina di anni. Ma oltre alla sua notoria infettività, è un altro il motivo per cui il virus influenzale è tornato a far parlare di sé: un’equipe di scienziati dell’Institute for Clinical Evaluative Sciences e il Public Health Ontario, in Canada, ha appena confermato la correlazione tra influenza e rischio di infarti cardiaci, già da tempo ipotizzata. Lo studio, pubblicato sulle pagine del New England Journal of Medicine, ha dimostrato come gli infarti possano essere fino a sei volte più probabili in caso di influenza, specialmente per gli anziani a rischio. Una riprova che torna, di dovere, a puntare i riflettori sull’annosa questione dei vaccini.

I ricercatori canadesi hanno ricavato le informazioni dalla ricerca Flu and Other Respiratory Viruses Research (Forever) condotta tra il 2009 e il 2014 grazie a una collaborazione tra numerosi laboratori e ospedali dell’Ontario. Di 20mila nominativi esaminati, incrociando i dati disponibili è stato selezionato un campione di 332 pazienti – di età media 77 anni, di cui solo il 30% vaccinati ‒ che erano stati ricoverati per attacco cardiaco a distanza di massimo un anno dalla diagnosi di influenza o nell’anno precedente. A questo punto gli scienziati hanno stretto il cerchio, ricercando quei pazienti che avevano avuto un infarto entro non più di una settimana dalla diagnosi influenzale.

Su 332 pazienti colpiti dall’influenza, 20 hanno avuto un attacco cardiaco entro la prima settimana dall’inizio della malattia. A indicare che, negli anziani, il rischio di problemi di cuore è sei volte durante l’infezione influenzale acuta. Nello specifico, il sottotipo più responsabile è risultato il virus di tipo B seguito dal virus A, che inoltre hanno avuto maggiore peso nelle persone in età più avanzata al loro primo attacco cardiaco. Un minore impatto – seppur oggettivo ‒ rispetto alle conseguenze a livello cardiaco lo hanno avuto altri virus respiratori non-influenzali, tra cui per esempio il virus sinciziale (in realtà più frequente nei bambini). Nel complesso “i risultati ottenuti suggeriscono l’importante ruolo delle infezioni respiratorie acute – dicono gli autori dello studio ‒ nella comparsa dell’infarto del miocardio”.

Quanto ottenuto in Ontario conferma i risultati di ricerche che già in passato avevano proposto una possibile correlazione tra influenza e disturbi cardiaci. Un legame che, puntualizzano i ricercatori, era stato notato in effetti già a partire dagli anni ’30 dello scorso secolo, e che aveva dato il via a tutta una serie di studi osservazionali. Tuttavia, la ricerca canadese fa un passo avanti rispetto a quanto compiuto finora. Anzitutto, perché prende in considerazione solo casi di influenza rigorosamente appurati in laboratorio. In secondo luogo perché non è impostata come uno studio di caso-controllo – in cui tipicamente vengono messi a confronto due gruppi in condizioni diverse ‒ bensì come uno studio di coorte – in cui viene analizzato un campione poi confrontato con la popolazione generale ‒ ben più valido e accurato.

Indirettamente, lo studio ci mette davanti all’ennesima prova a favore della pratica vaccinale. Stiamo parlando, senza dubbio, del migliore strumento preventivo a disposizione contro le infezioni respiratorie e i temibili attacchi di cuore. Specialmente in età avanzata. “I nostri risultati – afferma Jeff Kwong, scienziato a capo dello studio – si aggiungono alle evidenze raccolte finora sull’utilità delle vaccinazioni nel ridurre il rischio di disturbi cardiovascolari. E così rendono ancora più solide le linee guida internazionali che raccomandano agli ultrasessantacinquenni l’immunizzazione contro l’influenza”. Oltre alle categorie a rischio di malattie cardiache, oggi in Italia il vaccino antinfluenzale è raccomandato e offerto gratuitamente a tutte le persone di età superiore ai 65 anni. Un’occasione per tutelare in un solo colpo la propria anzianità sia da scompensi respiratori che cardiaci.

Riferimenti: New England Journal of Medicine

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