La dieta vichinga fa bene al cuore

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Bacche e frutti, pesce grasso (aringa, sgombro e salmone) e magro, legumi, verdure (cavolo e ortaggi a radici), cereali integrali (orzo, avena e segale) e, al posto dell’olio d’oliva, l’olio di colza. È la dieta vichinga (o nordica), che deriva i suoi principi dallo stile alimentare tradizionale delle popolazioni nordeuropee, come Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia.

Le similitudini con la dieta mediterranea sono parecchie ed entrambe si sono rivelate efficaci nel prevenire alcune malattie croniche che, con l’invecchiamento demografico, sono sempre più diffuse in Occidente, con un carico crescente su salute, qualità della vita e oneri sanitari.

Lo conferma un recente report dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che sintetizza le evidenze disponibili sull’efficacia delle due diete nel ridurre il rischio delle “malattie non trasmissibili” e sprona i Paesi dell’area europea a fare di più a livello nazionale per promuoverne l’adozione.

Esiste ormai una vasta letteratura scientifica – osserva l’OMS – che associa la dieta mediterranea a una minore incidenza di cancro, malattie cognitive e cardiovascolari, sindrome metabolica e diabete di tipo 2. Tuttavia, da studi recenti, sia pure non altrettanto numerosi, anche la dieta nordica si è rivelata salutare. Sembra infatti sia in grado di ridurre i fattori di rischio intermedi di malattia cardiovascolare, quali la colesterolemia, la pressione arteriosa e la glicemia a digiuno nei soggetti affetti da ipercolesterolemia. La stretta aderenza al regime alimentare nordico è stata inoltre associata a una riduzione del 25% nelle donne e del 38% negli uomini del rischio di diabete di tipo 2.

Nonostante le evidenze scientifiche – sottolinea l’OMS – in molti Paesi della regione europea manca ancora un indirizzo su come tradurre efficacemente i benefici per la salute di queste diete in politiche e interventi in grado di migliorare il comportamento alimentare della popolazione. Solo 13 paesi su 53 (Belgio, Cipro, Danimarca, Estonia, Islanda, Malta, Norvegia, Spagna, Svezia, Macedonia e Turchia, Finlandia, Grecia) si sono dati delle specifiche linee guida alimentari e soltanto otto ne hanno promosso i benefici con specifiche campagne.

“Tutti i paesi devono fare di più in termini di promozione di diete salutari” – afferma João Breda dell’Ufficio OMS per la prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili – “Non stiamo raccomandando alcuna dieta in particolare, ma ispirarsi a queste diete può essere corretto. I vantaggi sono molti, non solo in termini di salute ma anche di risparmi per il sistema sanitario”.

Riferimenti: Report Oms

Articolo prodotto nell’ambito del Master in Giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza dell’Università di Ferrara

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