Categorie: Spazio

40 anni fa la stretta di mano spaziale tra Usa e Urss

Il 17 luglio 1975 è una data storica per l’esplorazione spaziale, e non solo. Quel giorno infatti segna la fine della storica corsa allo Spazio tra Stati Uniti e Unione Sovietica, i due big dello Spazio e l’avvento di una collaborazione fino ad allora improbabile. Dopo due giorni di viaggio spaziale le navicelle Apollo (americana) e Soyuz (russa) si agganciarono in orbita. Missione: consentire ai membri dell’equipaggio di trasferirsi da una capsula all’altra. Protagonisti gli astronauti americani Tom Stafford, Deke Slayton, Vance Brand e i cosmonauti russi Aleksey Leonov e Valeriy Kubasov.

Si tratta della prima collaborazione pacifica tra i due storici protagonisti della Guerra Fredda, durata 9 giorni, 7 ore e 28 minuti. Il Programma test Apollo-Soyuz (ASTP) rappresenta infatti un taglio netto alla concorrenza spaziale fino ad allora esistita tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica.

Ma ricordiamo cosa successe più in dettaglio.La Soyuz, per la prima volta in diretta televisiva, veniva lanciata il 15 luglio 1975 alle 5 del mattino dal cosmodromo di Baikonur, la più antica base di lancio del mondo. L’americana Apollo parte invece da Cape Canaveral sette ore più tardi. Lo storico aggancio avvenne due giorni dopo, il 17 luglio di quarant’anni fa appunto, seguito anche sulla Terra dagli schermi tv. Avendo a bordo atmosfere differenti (ossigeno puro per l’americana e aria normale per la russa), la capsula dell’Apollo venne dotata di un apposito aggancio con funzione di adattatore, nonché di canale per l’areazione.

Dopo 44 ore di volo insieme le due navicelle si sganciarono. L’Apollo, dopo aver creato un’eclissi solare artificiale per l’equipaggio russo (ponendosi tra la navicella e il Sole), tornò sulla Terra solo il 24 luglio, atterrando nelle acque dell’Oceano Pacifico. La Soyuz invece aveva lasciato l’orbita terrestre tre giorni prima per poi far ritorno nel deserto del Kazakistan.

Dopo il programma ASTP, per avere una nuova collaborazione tra Usa e Urss avremmo dovuto aspettare il 1994 con l’avvio del programma Shuttle-Mir; durante le missioni i cosmonauti russi hanno la possibilità di visionare lo Shuttle americano e gli astronauti statunitensi di soggiornare a bordo della russa Mir. La missione, durata quattro anni, avrebbe avuto effetti molto positivi per la costruzione della Stazione spaziale internazionale (oggi grande esempio di collaborazione internazionale), ampliando, ad esempio, le conoscenze sulla capacità di soggiorno a lunga durata nello Spazio o sulla gestione di una stazione spaziale.

Credits immagine: Nasa

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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