55 italiani tra i migliori ricercatori al mondo

Quanti sono gli scienziati italiani al top della ricerca in campo internazionale? Esattamente 55. È quanto emerge dal report The World’s Most Influential Scientific Minds: 2014 dell’istituto Thomson Reuters, classifica che contiene i 3.200 ricercatori con più citazioni in lavori scientifici nel periodo 2002-2012. Per compilare la sua lista l’istituto ha utilizzato InCites, uno strumento di ricerca online sviluppato per individuare il numero di citazioni ricevute da un ricercatore, il numero di articoli pubblicati e anche l’importanza dei suoi lavori per le ricerche del settore.

Se in assoluto gli italiani rappresentano solo il 2% delle migliori menti scientifiche del pianeta, in alcuni settori i nostri ricercatori sembrano però occupare un ruolo di tutto rispetto. Ne campo della medicina infatti ci sono ben 15 scienziati italiani tra i ricercatori con più citazioni, tra cui Michele Baccarani, presidente del Comitato scientifico chiamato dal Ministero della Salute a pronunciarsi sulla controversa vicendaStamina. Andiamo forte anche nella farmacologia (sette ricercatori), nelle scienze agrarie (cinque), e nella ricerca spaziale, dove con ben quattro astrofisici (Paolo Giammi dell’Asi, e Patrizia Caraveo, Andrea Cimatti e Alvio Renzini dell’Inaf) l’Italia ha il 4% dei maggiori esperti in campo mondiale. Tra gli enti di ricerca italiani in cui lavorano il maggior numero di scienziati inclusi nella classifica ci sono l’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), l’Istituto italiano di tecnologia (Iit) e l’Agenzia spaziale italiana (Asi). Fra le università spiccano invece quelle di Parma, Bologna, Torino, Padova, Firenze, Cagliari, Ferrara e Trieste, accanto a quelle dell’Aquila e della Calabria, Politecnico di Milano, Istituto Mario Negri.

La lista delle 55 Wold’s Most Influential Scientific Minds italiane comprende solamente cinque donne, un risultato che riflette la difficoltà per il genere femminile di accedere a ruoli di responsabilità nel nostro Paese. “Tutto sommato, la rappresentanza italiana ha il 10% di donne, che è abbastanza vicino al numero delle donne che occupano una posizione apicale”, ha raccontato all’Ansa Patrizia Caraveo, direttore dell’Istituto di astrofisica spaziale e fisica cosmica di Milano dell’Inaf, tra le cinque italiane incluse nella classifica di Thomson Reuters.

C’è poi un’anomalia, ha osservato Caraveo, perchè la classifica non comprende la fisica delle particelle: la Thomson Reuters ha infatti deciso di escludere le pubblicazioni frutto di collaborazioni che comprendono più di 500 ricercatori, estremamente comuni invece in questo campo di ricerca. 

Via: Wired.it

Credits immagine: jpalinsad360/Flickr

 

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