Scoperto il gene responsabile del tumore a cellule giganti

(CNR). I ricercatori dell’Istituto di genetica e biofisica del Consiglio nazionale delle ricerche (Igb-Cnr) di Napoli hanno identificato il gene ZNF687 come responsabile della malattia ossea di Paget associata alla degenerazione neoplastica (tumore a cellule giganti). La ricerca è stata finanziata dalla Fondazione Telethon e dall’Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc) ed è pubblicata sulla rivista American Journal of Human Genetics. Il tumore a cellule giganti associato alla malattia ossea di Paget è un disordine genetico che colpisce il sistema scheletrico, che secondo i ricercatori ha avuto origine in Campania.

“La dolorosa deformità dei segmenti interessati è dovuta ad una crescita anomala delle ossa, che diventano più grandi e più deboli, e quindi maggiormente soggette a fratture”, spiega Fernando Gianfrancesco, ricercatore dell’Igb-Cnr che ha coordinato lo studio. “Per l’1% della popolazione affetta, la patologia può essere complicata dallo sviluppo del tumore a cellule giganti delle ossa pagetiche colpite, che provoca un notevole abbassamento dell’aspettativa di vita. Il 50-80% dei decessi di tali pazienti avviene nei successivi 5-10 anni dalla diagnosi”, spiega la ricercatrice Giuseppina Divisato dell’Igb-Cnr che ha condotto gli esperimenti.

Per giungere all’identificazione di ZNF687 i ricercatori hanno impiegato tecnologie di sequenziamento di nuova generazione. “Questo gene è responsabile della variante della malattia che determina la degenerazione neoplastica delle ossa colpite”, continua Gianfrancesco. “Abbiamo dimostrato che le cause di questa patologia sono esclusivamente genetiche. Infatti, tutti i pazienti affetti presentano la stessa alterazione, che probabilmente si è generata in Campania e negli anni si è consolidata diffondendosi attraverso le generazioni nelle popolazioni limitrofe (effetto fondatore)”.

Quest’ultimo elemento della ricerca risolverebbe la questione relativa all’attribuzione di fattori genetici e/o ambientali nello sviluppo della patologia. “Tra tutti i casi presenti nella letteratura scientifica, oltre il 50% dei pazienti proveniva da tale regione e nello specifico da Avellino”, prosegue il ricercatore dell’Igb-Cnr, “ma lo studio in merito alla degenerazione neoplastica della malattia ossea di Paget ha escluso cause ambientali associate allo sviluppo dei tumori a livello locale. Evidenza ulteriormente supportata dall’analisi del gene ZNF687 condotta su pazienti americani di origine italiana, discendenti da immigrati e provenienti dalla zona dell’avellinese”.

Rilevante anche il valore diagnostico e predittivo della ricerca: “Attraverso i risultati dello studio ora è possibile identificare i pazienti pagetici predisposti allo sviluppo del tumore a cellule giganti, indirizzandoli verso un trattamento farmacologico che ne arresti la crescita”, conclude Gianfrancesco.

Riferimenti: ZNF687 Mutations in Severe Paget Disease of Bone Associated with Giant Cell Tumor
Giuseppina Divisato, Daniela Formicola, Teresa Esposito, Daniela Merlotti, Laura Pazzaglia, Andrea Del Fattore, Ethel Siris, Philippe Orcel, Jacques P. Brown, Ranuccio Nuti, Pasquale Strazzullo, Maria Serena Benassi, M. Leonor Cancela, Laetitia Michou, Domenico Rendina10, Luigi Gennari, Fernando Gianfrancesco American Journal of Human Genetics DOI: http://dx.doi.org/10.1016/j.ajhg.2015.12.016

 

Redazione Galileo

Gli interventi a cura della Redazione di Galileo.

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