Abusi sessuali, non si ricorda se non si capisce

Il ricordo di un abuso sessuale subito nell’infanzia può rimanere sepolto per anni, decenni, e poi riemergere improvvisamente. Ma non si tratterebbe di una rimozione, ossia del meccanismo psicologico che ‘cancella’ dalla coscenza un evento traumatico. Secondo due psicologhe dell’Università di Washington, la dinamica sarebbe un’altra: quando un bambino subisce un abuso non sempre ha la consapevolezza di quello che gli sta accadendo. E la mancata comprensione non favorisce il ricordo dell’episodio, e tanto meno la sua catalogazione come “abuso”. Per ciò il fatto stenterebbe a riemergere dalla memoria, tanto più se non sollecitato. Inoltre, l’idea che si ha di sé impedirebbe di ammettere di essere state vittime di abusi sessuali. Le due studiose, autrici di un articolo pubblicato sulla rivista Memory, hanno tratto queste conclusioni da uno studio condotto su un gruppo di 800 studenti universitari di entrambi i sessi. Obiettivo: testare la veridicità dei ricordi di abusi sessuali avvenuti al di sotto dei quindici anni. Ecco i risultati: solo 42 delle 176 persone che in una prima serie di domande avevano riportato di essere state coinvolte in almeno un episodio hanno risposto affermativamente a una domanda che, a parte, gli chiedeva espressamente se avessero mai subito abuso sessuale. E quasi un terzo di loro ha dichiarato che non avrebbe mai ricordato l’evento se nessuno glielo avesse chiesto.(m.b.)

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