Il numero è 118 ma non è quello per chiamare l’ambulanza, anche se sempre di emergenza si tratta. È, invece, di quello delle sostanze – erbicidi, fungicidi, insetticidi – rilevate dalla rete di controllo ambientale nelle acque superficiali e sotterranee della penisola. A rivelarlo il Rapporto “Monitoraggio nazionale dei pesticidi nelle acque“, realizzato dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e presentato oggi a Roma nel corso del convegno “Fitofarmaci e ambiente”.
Le analisi dell’Ispra sono relative al biennio 2007-2008 e si basano su 19.201 campioni provenienti da 19 regioni e province autonome italiane. Sono state monitorate 350 sostanze, quasi tutte provenienti dal settore agricolo che ne impiega ogni anno circa 150mila tonnellate. In totale i siti analizzati sono stati 1.082 per le acque superficiali e 2.054 per quelle sotterranee. Per quanto riguarda le prime, tracce di pesticidi sono state riscontrate quasi nel 48 per cento dei siti, e nel 32 per cento le concentrazioni erano al di sopra dei limiti stabiliti per le acque potabili. Leggermente meglio per le acque sotterranee: i punti di monitoraggio inquinati sono il 27 per cento, e quelli con concentrazioni sopra i limiti sono il 15,5 per cento.
Le sostanze più presenti sono gli erbicidi come la terbutilazina, utilizzata nelle coltivazioni del mais e del sorgo soprattutto in Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna. Alcune sostanze sono state riscontrate con una frequenza maggiore rispetto al passato, come il fungicida carbendazim e gli insetticidi metomil e imidacloprid. Nella maggior parte dei campioni, inoltre, erano presenti contemporaneamente più sostanze, fino a un massimo di 15.
I dati sono ancora incompleti: non tutte le regioni e le province autonome hanno inviato i campioni, e tra quelle che lo hanno fatto esiste qualche differenza. Secondo l’Ispra il monitoraggio è più efficace al Nord mentre al Centro-Sud è limitato a un numero troppo piccolo di sostanze. Per esempio, soltanto in Lombardia viene monitorato il glifosate, uno degli erbicidi più utilizzati in Italia. La sostanza è stata trovata nel 77,1 per cento delle acque superficiali analizzate, quasi sempre con concentrazioni superiori ai limiti di legge. (c.v.)
Riferimento: Ispra