Africa: in aumento i bambini-soldato

Ubbidienti, economici e facilmente reperibili: ecco le qualità che rendono i bambini dei buoni soldati agli occhi di militari e guerriglieri in cerca di nuove leve. E sono 300 mila in tutto il mondo i minori “chiamati alle armi”, o meglio rapiti, per andare a infoltire le fila degli eserciti, più o meno regolari, in tutto il mondo. A denunciarlo è la Coalition to Stop Use of Chid Soldier formata da organizzazioni umanitarie come Amnesty international, Uman Rights Watch e World Vision International, in un rapporto diffuso oggi a Londra. In questi ultimi anni, il numero dei bambini soldato è rimasto stabile, ma il ricorso alle giovanissime leve si è diffuso geograficamente, estendendosi da 30 a 41 paesi. In diminuzione in Medio Oriente e Sud America, dove molti conflitti si sono esauriti, il fenomeno è invece in crescita in Africa, dove si può essere arruolati a sette anni, ed essere costretti a commettere atrocità anche contro i propri familiari. Le conseguenze di questa nuova forma di schiavitù sono devastanti non solo per i bambini direttamente coinvolti ma anche per quelli sfuggiti alla tratta, che per la paura di subire la stessa sorte non vanno più a scuola, e sugli adulti, demoralizzati e impotenti di fronte a queste vessazioni. Ma come denuncia il rapporto, il primo del genere mai realizzato, soldati sotto i diciotto anni di età si trovano anche nel civilissimo Occidente: nel Regno Unito, per esempio, o negli Stati Uniti dove, secondo dati del Ministero della difesa, sarebbero un centinaio i minorenni arruolati tra forze armate o paramilitari, milizie civili e private. (m.b.)

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