Il 3 ottobre scorso l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha approvato la rimborsabilità di Inclisiran, farmaco prodotto dall’azienda biotech Novartis per il trattamento dell’ipercolesterolemia primaria e della dislipidemia mista (condizioni caratterizzate da alti livelli di grassi nel sangue). Si tratta della prima terapia innovativa anti-colesterolo ad agire attraverso l’interferenza dell’rna, una tecnologia che utilizza piccole molecole di rna per inibire la formazione del cosiddetto colesterolo “cattivo”, bloccando direttamente i geni che ne aumentano i livelli del sangue. Il farmaco, che negli studi clinici ha dimostrato di dimezzare la quantità di colesterolo rispetto al placebo, è prescrivibile dai medici specialisti e viene somministrato tramite due iniezioni sottocutanee l’anno.
I rischi del colesterolo “cattivo”
Il colesterolo è una molecola lipidica prodotta dal fegato che nell’organismo ricopre diverse funzioni essenziali, dalla produzione della vitamina D al garantire l’integrità delle membrane biologiche; tuttavia, un eccesso di colesterolo, che sia dovuto a predisposizione genetica, allo stile di vita o a una combinazione tra i due, può essere dannoso per l’organismo, favorendo, come riporta l’Istituto superiore di sanità, l’insorgenza di malattie cardiovascolari. In particolare, in questi processi sembrano essere coinvolte le proteine che trasportano il colesterolo nel sangue, soprattutto le cosiddette lipoproteine a bassa densità (note anche con l’acronimo ldl) che hanno la funzione di distribuire il colesterolo dal sangue a tutti gli organi del corpo. Se i livelli di colesterolo associato alle proteine ldl sono troppo elevati, infatti, esso può favorire lo sviluppo di condizioni come l’aterosclerosi, che contribuisce allo sviluppo delle malattie cardiovascolari. Proprio per questo il colesterolo ldl viene chiamato colesterolo “cattivo”.
Come funziona e come viene somministrato
Generalmente, oltre a modificare lo stile di vita, l’ipercolesterolemia viene trattata con la somministrazione delle statine, farmaci in grado di bloccare un enzima implicato nella produzione del colesterolo da parte dell’organismo, riducendo di conseguenza anche i livelli del colesterolo ldl. Il nuovo farmaco prodotto da Novartis, il cui nome commerciale è Leqvio, invece, funziona con un principio diverso: attraverso piccole molecole di rna esso blocca il gene di pcsk9, una proteina che aumenta i livelli di colesterolo ldl; pcsk9, infatti, ha lo scopo di degradare un recettore che immagazzina il colesterolo ldl all’interno delle cellule, rimuovendolo dal sangue. Impedendo la produzione di questa proteina (e di conseguenza aumentando la presenza dei recettori “spazzini” sulla superficie delle cellule), quindi, il farmaco è in grado di ridurre i livelli di colesterolo Ldl nel sangue.
Tutto ciò è possibile grazie alla tecnologia di interferenza dell’rna, meccanismo biologico naturale presente nelle cellule che “silenzia” i geni attraverso – appunto – piccole molecole di rna; queste ultime, che per tale motivo vengono chiamate “interferenti”, legandosi in maniera altamente specifica alle sequenze di rna messaggero del gene bersaglio, ne bloccano la produzione delle proteine corrispondenti. Per la sua efficienza e specificità questo meccanismo è stato utilizzato per lo sviluppo di numerose terapie per infezioni virali, disturbi neurologici e molti tipi di tumori.
Rispetto alle statine, il nuovo farmaco anti-colesterolo mostra un’innovazione anche nelle modalità di somministrazione: esso, infatti, viene somministrato, in associazione a una dieta a scarso contenuto di grassi, mediante iniezione sottocutanea (di solito nella pancia, nella parte superiore del braccio o della coscia). Dopo la prima iniezione, i pazienti ricevono la dose successiva dopo tre mesi e poi ogni sei mesi.
Cosa dicono gli studi clinici
Secondo quanto riportato dall’Agenzia europea per i medicinali (Ema), tre studi clinici, condotti su oltre 3600 pazienti con livelli elevati di colesterolo ldl, con aterosclerosi o con il rischio di svilupparla, hanno dimostrato l’efficacia di Inclisiran, che ha ridotto i livelli di colesterolo in maniera maggiore rispetto alle statine o ad altri medicinali indicati per l’abbassamento dei lipidi nel sangue. In particolare, dopo un anno e tre mesi di assunzione, infatti, nei pazienti trattati con il nuovo farmaco il colesterolo ldl era sceso di oltre il 50 % rispetto a quelli che avevano assunto il placebo. Tra gli effetti collaterali più comuni registrati vi sono state reazioni locali nel sito dell’iniezione, come dolore, arrossamento ed eruzioni cutanee.
“Non esistono ancora prove dirette del fatto che Leqvio riduca gli attacchi cardiaci o l’ictus”, si legge nel documento Ema, “ma l’abbassamento del colesterolo ldl è legato a una riduzione delle malattie cardiovascolari aterosclerotiche”.
Via: Wired.it
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