Nella fase dell’innamoramento il nostro cervello fa i suoi calcoli e ci fa agire con gradualità. È quanto emerge da uno studio condotto dall’antropologa statunitense Helen Fisher dell’Università Rutgers nel New Jersey. La scintilla dell’innamoramento scocca proprio grazie all’associazione di una reazione chimica della dopamina (un neurotrasmettitore) e di alcune sensazioni positive, come quella di percepire come attraente ciò che ci sta accadendo. Ma non si può parlare di emozione o di sentimenti, bensì di un primo orientamento che guida delle azioni successive. Infatti, l’attività cerebrale si intensifica quanto più si prolunga il rapporto di coppia. Il team ha osservato anche la diversità, in base al genere, delle reazioni degli “innamorati” di fronte alla foto del partner. Grazie a tecniche di risonanza magnetica i ricercatori hanno infatti rilevato che le donne inviano più impulsi alla regione cerebrale che attiene alla memoria, mentre gli uomini attivano reazioni legate agli stimoli visivi più propriamente sessuali e alla libido. La ricerca di Fisher e colleghi verrà presentata al congresso della Società statunitense per le Neuroscienze che si terrà martedì prossimo a New Orleans. (m.so.)