Alla scoperta del sonno

Tre anni a 1,4 milioni di Euro per capire che cosa ci fa venire sonno e che cosa ce lo fa passare. È al via il progetto “Enough Sleep”, uno studio finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del 6° programma quadro, che vede coinvolti sette centri di ricerca europei coordinati dall’Università di Helsinki, in Finlandia. Con una varietà di approcci e tecniche sperimentali, i ricercatori studieranno i meccanismi di regolazione del sonno e le loro alterazioni patologiche. Il sonno rimane uno dei grandi misteri della fisiologia: le domande aperte riguardano in primo luogo la sua funzione, ma anche i meccanismi che lo regolano e i fattori che possono alterarne il ritmo. Quello che è certo è che il sonno regolare è fondamentale per il benessere fisico. La via scelta per affrontare questi problemi è decisamente multidisciplinare, come spiega Tarja Porkka-Heiskanen dell’Istituto di Biomedicina dell’Università di Helsinki, che coordina il progetto. “I metodi sperimentali copriranno tutto l’arco dalle colture cellulari fino agli esperimenti sugli esseri umani, con l’obiettivo sia di chiarire gli aspetti fondamentali della regolazione del sonno in diversi organismi, sia di sviluppare nuovi strumenti diagnostici per le principali patologie che alterano il ritmo sonno/veglia”. Per quanto riguarda gli aspetti genetici della regolazione del sonno, in particolare, i ricercatori potranno utilizzare un repertorio di dati unico al mondo, il database Health 2000 realizzato nella popolazione finlandese su un campione di circa 9000 persone. Per tutti i soggetti sono stati archiviati campioni di Dna, e sono state raccolte ampie interviste sulle condizioni di salute generali, che comprendono anche sezioni sulle abitudini legate al sonno. “Confrontando i dati potremo verificare ipotesi che già esistono sul ruolo di alcuni geni nella regolazione del sonno. Inoltre i pazienti, intervistati per la prima volta nel 2000, verranno reintervistati ogni 5 anni, facendo quindi dello studio uno studio di prospettiva”. Nel progetto sono coinvolti anche due gruppi italiani, quello dell’Università di Milano diretto da Marcello Massimini e, per l’Università di Verona, Marina Bentivogli, ordinario al dipartimento di Scienze Morfologiche e Biomediche. A loro spetterà in particolare il compito di studiare gli aspetti psichiatrici del sonno, e della privazioni di sonno, con particolare attenzione al caso della depressione. Per farlo sfrutteranno sia i dati di Health 2000, sia un nuovo, sofisticato apparato sperimentale. Una società finlandese, la Nexstim Oy, è infatti coinvolta nel progetto con il compito di sviluppare un innovativo apparecchio che in futuro potrebbe anche diventare uno strumento diagnostico: una macchina per l’Elettroencefalogramma (EEG) di straordinaria risoluzione, accoppiata a un dispositivo di stimolazione cerebrale. La macchina permette di vedere come una stimolazione elettrica si propaga nel cervello durante le diverse fasi del sonno e della veglia, e quindi di verificare con un livello di dettaglio finora mai raggiunto l’attività cerebrale durante il sonno, quello che la differenzia dalla veglia, e la sua alterazioni in presenza di patologie di varia natura.La domanda ultima di chiunque faccia ricerca sul sonno, cioè la sua fondamentale funzione evolutiva, è fuori dagli obiettivi di questo studio, che si concentra sui suoi meccanismi regolativi. “Questa rimane la domanda fondamentale, e non escludiamo di raccogliere anche dati importanti per azzardare una risposta” precisa Porkka-Heiskanen. “La mia ipotesi comunque è che il sonno si sia evoluto fondamentalmente come meccanismo di conservazione dell’energia, e che poi a questo si siano aggiunte anche altre funzioni, come il consolidamento della memoria”.

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