In Normandia le falde acquifere sono contaminate dai rifiuti radioattivi stoccati nel deposito dismesso di La Hague. È l’allarme lanciato da un gruppo di scienziati del laboratorio francese Acro (l’Agenzia francese per i rifiuti radioattivi) e dall’organizzazione ambientalista Greenpeace. Secondo le loro rilevazioni, l’acqua sotterranea nei dintorni della zona in cui sono depositati i rifiuti tossici di 58 centrali nucleari francesi, registrerebbero una radioattività sette volte superiore al limite consentito dalle norme europee. I valori medi registrati sono pari a 750 Bq/l (Bequerel per litro), a fronte di una soglia massima consentita di 100 Bq/l. Addirittura, si arriverebbe ai 9000 Bq/l nelle immediate vicinanze dell’area di stoccaggio. Ovvero ben 90 volte oltre il limite di legge. Secondo gli ambientalisti, è elevato il rischio per gli allevamenti bovini della zona, che usano le fonti sotterranee per l’abbeveramento del bestiame. Il sito di stoccaggio analizzato è classificato come “deposito di materiale radioattivo di basso e medio livello” (Csm) e ultimamente ha fatto registrare una serie di incidenti che hanno procurato un continuo rilascio di sostanze radioattive, prevalentemente trizio, indicatore di futura contaminazione da altri radionuclidi, come stronzio, cesio e plutonio. Il centro è stato chiuso per sovraccarico già dal 1994. Tra il 1967 ed il 1994 sono stati stoccati al deposito oltre 1.4 milioni di container di rifiuti radioattivi, pari ad un volume di 527 mila metri. Ma in assenza di una adeguata gestione il sito avrebbe cominciato a rilasciare materiale radioattivo nel terreno circostante. (m.cap.)
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