Uno dei sintomi più temuti del morbo di Alzheimer è la perdita di memoria. Ma ora una nuova speranza arriva sulle pagine di Aging: una ricerca ha dimostrato per la prima volta che è possibile invertire la perdita di memoria, suggerendo come una combinazione personalizzata di dieta, trattamenti e cambiamenti nello stile di vita possa essere in grado di contrastare questo sintomo della malattia neurologica.
Lo studio, va detto, ha riguardato un numero ridotto di partecipanti, appena 10 pazienti e ha evidenziato come tutti i partecipanti abbiano registrato miglioramenti nella memoria già nei primi mesi, ritornando addirittura a saper svolgere alcune attività che prima del trial erano diventate impossibili da fare a causa della patologia. “L’entità del miglioramento è senza precedenti e fornisce ulteriori prove oggettive che questo nuovo approccio contro il declino cognitivo è molto efficace”, spiega Dale Bredesen del Buck Institute for Research on Aging, aggiungendo comunque la necessità di trial clinico più esteso e controllato per poterlo confermare. Ma cosa prevedeva il trial?
Il trattamento includeva un programma in 36 punti e combinava una particolare dieta, esercizio fisico, miglioramento del sonno, farmaci e vitamine. Un approccio a 360 gradi, ma diverso per ciascuno. Come ricordano i ricercatori, infatti, la malattia è diversa per ogni paziente, e richiede quindi un approccio personalizzato.
Il team, riferisce il Daily Mail, racconta inoltre il caso di un imprenditore di 69 anni, in procinto di chiudere la sua attività dopo 11 anni di progressiva perdita di memoria. Dopo sei mesi nel protocollo, l’uomo ha notato un miglioramento nella memoria, essendo per esempio di nuovo capace di ricordare e riconoscere i volti sul posto di lavoro. Dopo circa 22 mesi i test di follow-up hanno evidenziato come la sua memoria ha mostrato un notevole progresso, e ora l’uomo sta di nuovo espandendo i suoi affari.
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