Categorie: Vita

Ammoniti: avevano i denti per mangiare il plancton

Le ammoniti erano dotate di mandibole e si cibavano di plankton. Ad affermarlo è uno studio realizzato dal Musèum National d’Histoire Naturelle (Parigi) e dall’American Museum of Natural History (New York) pubblicato su Science. La ricerca, grazie alla scansione della struttura interna dei fossili, getta luce sull’alimentazione e sul ruolo ecologico di questi invertebrati marini estinti circa 65 milioni di anni fa.

Compagni di estinzione dei dinosauri

Le ammoniti, infatti, rappresentavano dei lontani parenti di calamari e polpi, pur assomigliando sotto molti aspetti ai Nautilus, un genere di molluschi classificati come fossili viventi. Dopo essere comparsi circa 400 milioni di anni fa, questi invertebrati sono andati incontro a un’incredibile radiazione (ovvero la generazione di numerose specie da un unico progenitore) e proliferazione durante il Giurassico, per poi estinguersi assieme ai dinosauri.

Finora, malgrado la grande quantità di reperti fossili ritrovati, il ruolo delle ammoniti nella catena alimentare marina non era stato ancora ben delineato. Lo studio condotto da Isabelle Kruta, invece, è riuscito a ricostruire la struttura tridimensionale della bocca di questi animali.

La ricostruzione ha mostrato che questi molluschi avevano le mascelle – quella superiore grande circa la metà di quella inferiore – e una radula dentata (l’organo raschiatore che usano i molluschi per trovare il cibo); erano quindi teoricamente in grado di mangiare piccole prede.

Ricostruzione in 3D della radula di un’ammonite fossile. In giallo sono i resti della radula, in verde e viola quelli del suo ultimo pasto: rispettivamente un crostaceo e una lumaca.

Nella sua analisi, la ricercatrice francese ha studiato fossili di Baculites rinvenuti dall’American Museum of Natuaral History nel corso di una spedizione alle Great Plains del South Dakota (Usa). Oltre a ottenere una ricostruzione ad alta definizione dell’apparato boccale, i ricercatori hanno rinvenuto un chiaro indizio della loro alimentazione: in uno dei reperti, infatti, sono stati trovati dei rimasugli di plankton.

“Il plancton ritrovato – spiega Fabrizio Cecca, uno degli autori dello studio e ricercatore presso l’Université Pierre et Marie Curie di Parigi – rappresenta la prima prova delle abitudini alimentari delle ammoniti e ci aiuta a comprendere le ragioni dell’estinzione di questi animali”. In particolare, la scoperta consente di legare il loro destino a quello del loro cibo: la radiazione del plankton, avvenuta nel giurassico inferiore, potrebbe corrispondere a quella delle ammoniti, mentre l’enorme diminuzione di plancton registrata 65 milioni di anni fa potrebbe aver contribuito alla scomparsa dei suoi predatori, rimasti così senza cibo.

Riferimenti: Science DOI: 10.1126/science.1201002

Admin

Articoli recenti

Uno dei più misteriosi manoscritti medioevali potrebbe essere stato finalmente decifrato

Secondo gli autori di un recente studio potrebbe contenere informazioni sul sesso e sul concepimento,…

1 giorno fa

Ripresa la comunicazione con la sonda Voyager 1

Dopo il segnale incomprensibile, gli scienziati hanno riparato il danno a uno dei computer di…

3 giorni fa

Atrofia muscolare spinale, ampliati i criteri di rimborsabilità della terapia genica

L’Aifa ha approvato l’estensione della rimborsabilità del trattamento, che era già stato approvato per l'atrofia…

4 giorni fa

Così i tardigradi combattono gli effetti delle radiazioni

Resistono alle radiazioni potenziando la loro capacità di riparare i danni al dna. Piccolo aggiornamento…

5 giorni fa

Leptospirosi: perché crescono i casi a New York?

Mai così tanti casi di leptospirosi in un anno dal 2001: a contribuire all’aumento delle…

1 settimana fa

Fogli d’oro sottilissimi: arriva il goldene

Potrebbe essere usato in diverse applicazioni come catalizzatore per la conversione dell'anidride carbonica e la…

1 settimana fa

Questo sito o gli strumenti di terze parti in esso integrati trattano dati personali (es. dati di navigazione o indirizzi IP) e fanno uso di cookie o altri identificatori necessari per il funzionamento e per il raggiungimento delle finalità descritte nella cookie policy.

Leggi di più