Salute

L’ansia si cura anche cambiando dieta

C’è una relazione profonda tra cervello e intestino. Non solo perché anche nell’intestino esiste una fitta rete di nervi, spesso paragonata a un secondo cervello, in grado i comunicare in modo istantaneo con il nostro sistema nervoso centrale. Ma anche perché molti disturbi psichiatrici, e persino alcune malattie neurodegenerative, sembrano avere tra le loro cause anche uno squilibrio del microbioma, l’insieme dei miliardi di virus e batteri che abitano nel nostro apparato digerente. L’ultima conferma arriva dalle pagine della rivista General Psychiatry, dove un team di ricercatori della Jiao Tong University di Shangai ha appena pubblicato una revisione sistematica degli studi disponibili sul legame tra flora intestinale e ansia, confermando che riequilibrare il microbioma permette di ridurne efficacemente i sintomi.  

Curare l’ansia dalla pancia

La scelta dell’ansia non è casuale. I sintomi di questo disturbo infatti sono comuni in moltissime patologie psichiatriche, e anche nel caso disturbi “fisici”, specie se legati allo stress. Si stima che circa un terzo della popolazione mondiale sperimenti i sintomi dell’ansia nel corso della propria vita, e sempre più spesso la ricerca sta mettendo in luce il possibile ruolo svolto dallo squilibrio del microbioma intestinale. Microorganismi che abitano sì nell’intestino, ma che possono influenzare direttamente il funzionamento del cervello, attraverso quello che viene ormai definito ufficialmente “asse intestino cervello”, un collegamento tra i due organi in cui il microbioma svolge un ruolo chiave, visto che può modulare l’attività del sistema immunitario e dell’epitelio intestinale, influenzando così il sistema nervoso dell’intestino (o sistema nervoso enterico) e attraverso questo, il sistema nervoso centrale, e quindi il cervello. Fino ad oggi, però, non era chiaro se fosse possibile sfruttare questo collegamento a fini terapeutici. Ed è per questo che nasce la nuova ricerca.  

Riequilibrare il microbioma intestinale

I ricercatori cinesi hanno realizzato una revisione sistematica delle informazioni presenti nella letteratura scientifica, studiando 21 ricerche pubblicate negli ultimi anni sul tema, che hanno coinvolto in totale oltre 1.500 pazienti. 14 degli studi selezionati riguardavano l’efficacia terapeutica dei probiotici, che assunti come supplementi alimentari dovrebbero aiutare a ristabilire l’equilibrio nei microbiomi alterati, combattendo la proliferazione di batteri nocivi. Negli altri, invece, l’equilibrio del microbioma era stato ottenuto con cambiamenti nella dieta volti a incentivare la proliferazione dei batteri intestinali buoni. Optando ad esempio per una dieta Fodmap (Fermentable Oligo-, Di, Mono-saccharides And Polyols), povera di carboidrati scarsamente assorbiti dall’intestino tenue, che diminuisce la fermentazione e la proliferazione di batteri “cattivi”. O per l’utilizzo di integratori di fibre come le destrine resistenti.

Contro l’ansia, fa più il cambio di dieta che i probiotici

A guardare i risultati, il cambio di dieta è risultato più efficace contro l’ansia. Dei 14 studi che hanno analizzato i risultasti ottenuti dai probiotici, infatti, solamente un terzo ha accertato effetti positivi. Mentre gli interventi non basati sui probiotici sono risultati efficaci in oltre l’80% dei casi. “Tutto considerato, più di metà degli studi che abbiamo analizzato dimostra un effetto positivo della regolazione del microbioma intestinale sui sintomi dell’ansia, e gli approcci non basati sui probiotici sono risultati i più efficaci”, scrivono gli autori nelle conclusioni della loro analisi. E pur avvertendo che i risultati vanno ancora presi con le pinze, perché non è ancora stato possibile effettuare un’autentica metanalisi per confermare l’efficacia relativa dei diversi approcci, trattandosi di interventi non invasivi e privi di effetti collaterali, i ricercatori sono pronti a sbilanciarsi: per alleviare i sintomi dell’ansia, accanto alle terapie tradizionali a base di psicofarmaci, andrebbe considerata anche la possibilità di intervenire sulla flora intestinale .  

Riferimenti: General Psychiatry

Simone Valesini

Giornalista scientifico a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. Laureato in Filosofia della Scienza, collabora con Wired, L'Espresso, Repubblica.it.

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  • È un vero peccato che i ricercatori moderni non vadano a studiare le ricerche del dr Edward Bach, divenTato poi famoso per il sistema di guarigione con le essenze floreali. Già un secolo fa , da eccellente batteriologo, riusciva a dignosticare le patologie psicologiche dei pazienti analizzando i loro microbi fecali

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