Ambiente

L’influenza aviaria è arrivata in Antartide: confermati i primi due casi

La conferma, purtroppo, è arrivata: l’influenza aviaria ha raggiunto anche l’Antartide. A riferirlo sono stati i ricercatori del Centro di biologia molecolare Severo Ochoa del Consiglio superiore per la ricerca scientifica (Csic), che hanno identificato per la prima volta nel continente il virus H5N1 in due uccelli trovati morti vicino alla base antartica argentina Primavera. “Questa scoperta dimostra per la prima volta che il virus dell’influenza aviaria altamente patogeno ha raggiunto l’Antartide, nonostante la distanza e le barriere naturali che lo separano dagli altri continenti”, si legge in un recente rapporto del governo spagnolo.

L’analisi

Il virus è stato scoperto in due campioni di uccelli, stercorari maggiori (Stercorarius skua), trovati morti dagli scienziati argentini vicino alla loro base antartica. Una volta prelevati i campioni, i ricercatori hanno immediatamente inattivato i virus presenti al loro interno per consentirne lo studio in assoluta sicurezza e evitare quindi il potenziale contagio per gli esseri umani. Successivamente, i campioni sono stati trasportati dalla base argentina a quella spagnola Gabriel de Castilla, sull’isola Deception, dove sono stati analizzati dai ricercatori del Csic Ángela Vázquez e Antonio Alcamí. Qui, la loro analisi ha definitivamente dimostrato che gli uccelli erano stati infettati dal sottotipo H5 dell’influenza aviaria e che almeno uno dei due esemplari aveva il virus dell’influenza aviaria altamente patogeno, rilevato da analisi con una certezza al 100%.

Il percorso verso l’Antartide

A partire dal 2021, l’epidemia di H5N1 ha ucciso milioni di uccelli selvatici e di allevamento in tutto il mondo e si è diffusa in quasi tutti i continenti. Ma non solo uccelli: tra le numerose e ultime vittime, infatti, ci sono anche i mammiferi. Come vi abbiamo raccontato a gennaio scorso, per esempio, un ceppo particolarmente violento del virus ha causato la morte di oltre il 95% dei cuccioli di elefanti marini in Argentina. Sebbene siano stati segnalati ulteriori casi a ottobre dello scorso anno nelle isole sub-antartiche, questi ultimi due uccelli sono i primi casi confermati in Antartide che dimostrano come il virus dell’influenza aviaria si stia diffondendo molto probabilmente attraverso gli uccelli migratori.

L’arrivo dell’aviaria

Precedenti epidemie in Sud Africa, Cile e Argentina hanno dimostrato che i pinguini, le foche, e gli uccelli che vivono in colonie sono particolarmente esposti al virus. Come ricorda il Guardian, gli autori di uno studio pubblicato a novembre scorso hanno mostrato che se il virus iniziasse a causare eventi di mortalità di massa nelle colonie di pinguini, potrebbe segnalare uno dei più grandi disastri ecologici dei tempi moderni. “Il problema è quanto tempo ci vorrà prima che si trasmetta ad altre specie. Dobbiamo monitorarlo”, ha spiegato Antonio Alcamí. “Temo che probabilmente si trasmetterà ai pinguini. Gli stercorari vivono abbastanza vicini a loro e quindi ci sono molte opportunità di trasmissione, ma vedremo”.

Via: Wired.it

Credits immagine di copertina: Brian da Pixabay

Leggi anche: Influenza aviaria: quali rischi per il virus H5N1?

Marta Musso

Laureata in Scienze Naturali alla Sapienza di Roma con una tesi in biologia marina, ha sempre avuto il pallino della scrittura. Curiosa e armata del suo bagaglio di conoscenze, si è lanciata nel mondo del giornalismo e della divulgazione scientifica. “In fin dei conti giocare con le parole è un po' come giocare con gli elementi chimici”.

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