Abitare vicino a parchi e giardini protegge la salute mentale

Parco Sempione a Milano. Crediti: Pixabay

Abitare in prossimità di spazi verdi, specialmente se alberati, fa bene alla salute mentale. Sono diverse le ricerche scientifiche che lo dicono, e secondo un nuovo studio questa affermazione si è mostrata ancor più vera durante la pandemia da Covid-19: negli Stati uniti, infatti, la prossimità con gli spazi verdi è stato un fattore protettivo anche per malattie come la depressione, specialmente negli over 50. L’articolo è pubblicato su Frontiers in Sustainable Cities.

Le misure restrittive, specialmente durante i primi sei mesi del 2020, sono state severe. In Italia – come in quasi tutto il resto del mondo interessato dalla pandemia – si viveva, si lavorava e si studiava in casa, non si poteva uscire liberamente dal proprio comune e ci si poteva allontanare dalla propria abitazione per attività ricreative solo in un raggio di 200 metri. Una limitazione della libertà difficile da sostenere a livello psicologico, ma forse un po’ meno per coloro che, entro questo piccolo raggio, potevano godere della presenza di un po’ di vegetazione

Nello studio, che ha coperto i mesi da aprile a ottobre 2020, i ricercatori hanno valutato la presenza di alberi nei pressi della residenza di ciascuno dei partecipanti. L’indagine, condotta negli Stati Uniti, ha coinvolto persone dai 18 ai 90 anni che sono state suddivise sulla base della provenienza geografica e dell’età. Sono stati identificati mille diversi codici postali di provenienza a partire dai quali è stata calcolata la densità media della copertura arborea in un intorno di 250 m. Ciascuno di essi, nella statistica generale, è stato quindi attribuito a un quartile sulla base dello spazio verde nelle vicinanze.

Per valutare la salute mentale, invece, sono stati considerati quattro parametri: il grado di preoccupazione per la pandemia, sintomi di ansia, sintomi di depressione e infine un indicatore di salute mentale generico che considerasse i tre precedenti. Secondo i risultati, la maggiore disponibilità di spazi verdi nelle vicinanze della propria abitazione ha avuto effetti positivi sulla salute mentale generale di tutta la popolazione e protettivi rispetto all’insorgenza di malattie come la depressione. Questo si è rivelato particolarmente vero nei soggetti più anziani – dai 51 anni in su. Non è stata rilevata nessuna correlazione, invece, rispetto alle preoccupazioni e ai sintomi di ansia direttamente legati alla pandemia da Covid-19, specialmente nei gruppi più giovani. 

In molte città si sta pensando di ampliare gli spazi verdi e i progetti urbani che prevedano l’inclusione di più parchi pubblici e giardini (anche sui tetti dei palazzi) stanno aumentando. Alla base, soprattutto motivazioni che riguardano il cambiamento climatico e il riscaldamento globale, che aumenta sensibilmente le temperature nelle città dove la percentuale di cemento è molto superiore a quella di vegetazione. Ora, grazie a questo e altri studi, aumenta anche l’attenzione al benessere sociale. Che sia la prima o la seconda motivazione, comunque, è sempre più evidente che l’uomo ha bisogno della natura non solo per sopravvivere, ma anche per vivere bene.

Riferimenti: Frontiers in sustainable cities

Immagine: Pixabay.com