Articoli matematici

Piergiorgio OdifreddiLa repubblica dei numeriRaffaello Cortina Editore, 2002pp.278, euro18,50Esperto della sua disciplina ma attento a tutte le altre, conoscitore della storia e della filosofia della scienza, lettore vorace dei testi più vari: ecco le caratteristiche della persona di cultura di formazione scientifica. Un modello costruito da Piergiorgio Odifreddi nei sui interventi sul quotidiano La Repubblica, raccolti in questo volume. Docente di Logica Matematica presso le Università di Torino e di Conell (Usa), Odifreddi, che ama definirsi “loico laico”, è anche un’abile comunicatore e uno scrittore raffinato. Capacità che gli è stata riconosciuta col premio Peano 2001 per la divulgazione scientifica, assegnatogli per il suo saggio “C’era una volta il paradosso”. In questa raccolta, la forma frammentaria dell’articolo di giornale gli consente di sbizzarrirsi sui temi più vari. E di esibire una cultura enciclopedica e letture affascinanti (e rigorosamente citate, per il bene del lettore), condite con uno humor intelligente, caustico e non di rado apertamente “politically uncorrect”. Come nei suoi interventi sulla religione. Nei quali contrappone il giubileo dei matematici a quello dei cattolici. Oppure traccia una controstoria della figura di Padre Pio. O ironizza sui santoni orientali New Age. Ma non si tratta di un atteggiamento preconcetto, come dimostrano l’attenzione dedicata ai premi Templeton – una sorta di premi nobel per la religione – e la passione per le mitologie orientali. Non sono da meno gli articoli storici e politici. Per esempio la ricostruzione dell’ “olocausto americano”, ovvero il plurisecolare sterminio delle popolazioni native americane da parte dei conquistatori bianchi. O la critica radicale alla politica statunitense e alla sua reazione agli attentati dell’11 settembre. O il racconto dell’esperienza in Russia, dove si recò da giovane professore comunista, e rischiò il gulag per aver innescato, con un’infrazione minimale della legge, l’inesorabile macchina repressiva sovietica. Fra gli interessi di Odifreddi non mancano l’arte, la letteratura e la musica. Il matematico traccia percorsi per una lettura logica e geometrica dell’arte, non estranea a molti artisti, ma spesso trascurata nei dipartimenti di scienze umane. Ma è nei saggi di matematica e di fisica che Odifreddi dà il suo meglio. La serie di questi articoli è aperta da uno splendido saggio nel quale la differenza fra ricerca e divulgazione è ricondotta a quella fra matematica “esoterica” ed “essoterica” elaborata da Pitagora: un vero manifesto metodologico del suo modo di comunicare la scienza. Nel testo, poi, si trovano illustrazioni divulgative di concetti che stanno alla base della fisica moderna (la radiazione di corpo nero e le statistiche di Fermi e di Bose) di limpidezza e rigore non comuni. Certo, il tentativo di raccogliere in un unico discorso scienza, cultura e attualità non è semplice. A volte riesce, come nel caso dell’analisi del conflitto in Afghanistan tramite la teoria dei giochi. Ma non mancano i tentativi meno riusciti (una lettura matematica del Grande Fratello è davvero poco credibile). Il rischio è quello che i riferimenti matematici diventino citazioni erudite o intarsi barocchi puramente decorativi in un discorso che si può fare più seriamente su un altro livello. Inoltre, il tono perentorio di Odifreddi lo porta spesso a fare voli pindarici e dare per scontate affermazioni quanto meno discutibili. Come il legame fra monoteismo e ideologie di potenza e di guerra o la convinzione che Internet, insieme ai giornali e la televisione, compirà il processo di frammentazione che porterà alla fine della democrazia, della nostra cultura e della nostra civiltà. Ma queste affermazioni si possono forse capire alla luce dell’appassionata fede illuministica nella matematica sintetizzata – con toni d’altri tempi – nell’introduzione del libro: “Ma verrà ben un futuro, c’è da sperare, in cui capiremo che la vera fede dell’uomo è la ragione e la sua patria l’universo! Allora potremo finalmente dichiarare:‘Siamo tutti matematici’, perché ci accorgeremo che la matematica è l’unico vero sapere che ci accomuna storicamente nel tempo e geograficamente nello spazio, oltre che il miglior modello che abbiamo di razionalità e, dunque, di tolleranza”.

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