Avventura sotto zero

Bisogna cercare. A prima vista sembra non ci sia niente. Entrando si vede un igloo da costruire, qualche pinguino, una testa d’orca, colori freddi e poco altro. Come è possibile che sia tutto qui? La soluzione è semplice, non si sta seguendo il consiglio scritto sotto al titolo della mostra “Pole position”, da poco inaugurata a Trento nella sede del Museo Tridentino di Scienze Naturali, che avvisa come le differenze tra Polo Nord e Polo Sud stiano in dettagli apparentemente insignificanti e che per scoprirli si debba aguzzare la vista. Per questo il primo passo da fare è indossare una giacca invernale ed entrare in una cella frigo dove la temperatura è di -10°C.

Sulla parete di fronte, appena si chiude la porta, inizia la proiezione di un desolato paesaggio polare e un leggero vento lambisce le gambe, si sente il rumore del ghiaccio che si spezza e questa pianura azzurra comincia a pulsare davanti agli occhi del visitatore come se fosse viva. Perché i poli sono vivi e la mostra – nata in occasione dell’anno polare internazionale, un grande progetto scientifico che vede impegnati ricercatori di 60 paesi – vuole farcelo scoprire. Appena si esce dalla cella frigorifera è proprio questa ricchezza che incontriamo: fisica e biologia dei poli, chi li abita, il ruolo che queste immense distese di ghiaccio ricoprono nella regolazione del clima terrestre e i segreti che ancora nascondono.

Durante la visita stupisce rendersi conto di quanto poco si sappia di questi luoghi e della loro storia. Ecco che si scopre quali animali abitano il Polo Nord e quello Sud e si possono sentire i loro versi, spesso non proprio intonati. Non solo, pedalando su una cyclette, si possono mettere in movimento i continenti. Si parte dalle Pangea, circa 200 milioni di anni fa quando tutte le terre emerse erano unite insieme, fino ai giorni nostri. Durante questo pedalare appare evidente come l’Antartide, un continente ricoperto dai ghiacci, in passato, fosse molto più a nord, più caldo e soprattutto popolato da dinosauri, da qui il motivo degli stupefacenti ritrovamenti di resti fossili di questi antichi rettili tra le sue terre.

La parte dedicata agli aspetti biologici continua tra peluches giganti, con cui fare foto da spedire subito a casa via mail, spiegazioni di adattamenti al freddo estremo (pellicce, piume, sangue antigelo) e il problema dell’orso bianco, talmente adattato al gelo che se corresse per troppo tempo rischierebbe di morire per il troppo caldo.

Conclude il percorso espositivo il sotterraneo, dove si può apprezzare l’impegno della ricerca polare italiana – mantenutasi negli anni a un ottimo livello – e la ricostruzione della storia delle popolazioni che nel corso del tempo hanno abitato i poli, gli indigeni da una parte e gli stranieri dall’altra, dai primi leggendari esploratori ai moderni ricercatori.

TRENTO
Museo Tridentino di Scienze Naturali
Trento, via Calepina 14
dal 14 giugno 2008 al 24 maggio 2009
da martedì a domenica: ore 10.00 – 18.00
chiuso: 25 dicembre e 1 gennaio
Tariffa: intero € 4.50 / ridotto € 2.50 / famiglia € 9.00
tel. 0461/270311
http://www.mtsn.tn.it/

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