Come fa la megattera, il più grande animale della Terra, a catturare le piccolissime prede di cui si nutre? Così imponente, non può certo passare inosservata a un banco di guizzanti e sfuggenti pesciolini, o inseguirli con agilità. Semplice, usa l’astuzia puntando sul tempismo. A mostrarlo è uno studio coordinato dalla Stanford University che svela uno scenario inedito sui comportamenti di questi cetacei e sulle loro abilità di caccia. I risultati sono pubblicati su PNAS.
La specie considerata è la megattera, un cetaceo appartenente alla famiglia delle balenottere, balene che hanno dimensioni dai 12 ai 16 metri e che possono pesare fino a 30 tonnellate. Per la stazza imponente, nonostante la forza, la capacità di questi animali di manovrare in velocità è limitata. Per questo i ricercatori si sono chiesti quali strategie adottano le balene per acchiappare numerosi pesci di piccola taglia senza lasciarseli sfuggire.
Gli autori hanno utilizzato modelli matematici per rappresentare e studiare le reazioni di fuga di piccoli pesci (acciughe) di fronte a una balena virtuale. Questi modelli si basano su indagini reali svolte attraverso tag applicati agli animali in precedenti studi sulle delle balene nella baia di Monterey sull’Oceano Pacifico e nella Bassa California del Sud.
Dalla simulazione emerge che per compensare la loro scarsa agilità, le megattere spalancano le fauci quando i pesci sono piuttosto vicini e non hanno più tempo di invertire la rotta. Calcolando l’istante esatto in cui è meglio aprire la bocca, le balene riescono così ad assicurarsi un abbondante pasto. Lo studio ha “fotografato” come ciò avviene, spiega David Cade, studente laureato alla Stanford, che ha coordinato lo studio. “I pesci si sono evoluti per evitare di essere mangiati da predatori più piccoli per almeno 100 milioni di anni”, sottolinea Cade, “ma il lunge-feeding [questo tipo di alimentazione delle balene, un inghiottimento di pesci in quantità abbondante più fasi ndr] è una strategia alimentare relativamente nuova, parlando in termini di evoluzione”.
La dinamica del pasto della megattera è questa: inizialmente muove con discrezione verso il banco di pesci e poi, arrivata alla giusta distanza, spalanca la bocca aspirando un enorme volume d’acqua e poi anche i pesci, che inghiotte filtrando l’acqua in eccesso.
Questo processo richiede molta energia. Per aprire fulmineamente l’enorme bocca lo sforzo è notevole – spiegano i ricercatori – un po’ come aprire un paracadute ad alta velocità, e il costo idrodinamico è piuttosto elevato. Questo, però, è compensato dall’ampia quantità di pesce che può essere raccolto in un solo boccone. E l’efficienza di questa strategia è sette volte superiore rispetto ad un’alimentazione basata su pasti più piccoli e in più riprese.
Riferimenti: PNAS
Si tratta di una patologia rara e difficile da trattare. Colpisce prevalentemente gli uomini e…
Secondo gli autori di un recente studio potrebbe contenere informazioni sul sesso e sul concepimento,…
Dopo il segnale incomprensibile, gli scienziati hanno riparato il danno a uno dei computer di…
L’Aifa ha approvato l’estensione della rimborsabilità del trattamento, che era già stato approvato per l'atrofia…
Resistono alle radiazioni potenziando la loro capacità di riparare i danni al dna. Piccolo aggiornamento…
Mai così tanti casi di leptospirosi in un anno dal 2001: a contribuire all’aumento delle…
Questo sito o gli strumenti di terze parti in esso integrati trattano dati personali (es. dati di navigazione o indirizzi IP) e fanno uso di cookie o altri identificatori necessari per il funzionamento e per il raggiungimento delle finalità descritte nella cookie policy.
Leggi di più