Categorie: Spazio

Istruzioni su come costruire una base lunare, con l’urina

Torneremo sulla Luna, e un giorno ci spingeremo anche oltre, arrivando su Marte. Sia la NASA che l’ESA stanno progettando la costruzione di basi lunari nelle prossime decadi, sebbene con comprensibili ritardi e battute d’arresto dovuti all’emergenza sanitaria in corso. Quando non è dato saperlo con certezza, ma intanto c’è chi lavora al come. Cercando di capire come sarà possibile, per esempio, costruire qualcosa sul nostro satellite. E c’è chi scommette che potremmo costruire i moduli di una futura base lunare sul nostro satellite con un ingrediente speciale, proveniente direttamente dagli astronauti: l’urea contenuta nelle loro urine, utilizzabile come un efficace elemento plastificante per il calcestruzzo delle strutture. Ad annunciarlo è uno studio pubblicato sul Journal of Cleaner Production.

Base lunare: un problema, anche, di peso

La colonizzazione del nostro satellite non è una sciocchezza. Oltre alle sfide tecniche poste dal viaggio verso la Luna, sappiamo che alti livelli di radiazioni e temperature estreme, rendono complicata le attività da quelle parti. A questo va aggiunta inoltre la mancanza in situ di materiali da costruzione, che dovrebbero potenzialmente dunque essere trasportati dalla Terra. Come spiega la ricerca, trasportare meno di mezzo chilo di oggetti dalla Terra nello spazio costa circa 10mila dollari. Doversi attrezzare per portare nello spazio abbastanza materiali e strumenti per costruire una base lunare sarebbe quindi molto costoso. Da qui, l’idea di usare materie prime provenienti dalla superficie lunare, stampare materiali in 3D o utilizzare materiali, come l’urina, che possono essere prodotte dagli astronauti. E disponibili in situ, senza bisogno di essere trasportati.

Utilizzare i materiali in situ, sulla Luna

I ricercatori hanno condotto diversi esperimenti per studiare il potenziale dell’urea contenuta nell’urina come un elemento plastificante, ovvero qualcosa che può essere aggiunto al calcestruzzo per ammorbidire il composto iniziale e renderlo più malleabile prima che si indurisca. Gli scienziati hanno anche pensato alla base per il calcestruzzo. “L’idea è di usare cose già presenti sulla superficie lunare, come la regolite (la polvere presente sul satellite) e l’acqua estratta dal ghiaccio presente in alcune aree,” ha spiegato Ramon Pamies, autore principale della ricerca. Pamies ha anche aggiunto che i due componenti principali dell’urina sono acqua e urea, una molecola in grado di rompere i legami a idrogeno e quindi ridurre la viscosità di diversi composti a base d’acqua.

Dopo aver testato il composto in diversi modelli, il team ha osservato che i campioni contenenti urea erano in grado di supportare pesi maggiori e la loro forma rimaneva quasi sempre stabile, anche quando venivano testati a temperature simili a quelle presenti sulla Luna. Potrebbero quindi teoricamente essere adatti, con tutti i se e i ma del caso, alla costruzione di una base lunare. I ricercatori stanno ora cercando un metodo efficace per estrarre l’urea dall’urina degli astronauti nello spazio.

Riferimenti: Journal of Cleaner Production

Claudia De Luca

Dopo la laurea triennale in Fisica e Astrofisica alla Sapienza capisce che la vita da ricercatrice non fa per lei e decide di frequentare il Master in Giornalismo e Comunicazione della Scienza all'Università di Ferrara, per imparare a conciliare il suo amore per la scienza e la sua passione per la scrittura.

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