Società

OMS: ecco i batteri più pericolosi al mondo

Le Nazioni Unite l’hanno definita “la più grande minaccia alla medicina moderna”: la resistenza agli antibiotici dei super-batteri costituisce non solo un pericolo per la salute dei cittadini ma anche un’enorme spesa per i sistemi sanitari. È per questo che l’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, ha deciso di compilare per la prima volta un elenco dei batteri più pericolosi, chiedendo aiuto ad un gruppo internazionale di esperti in collaborazione con la Divisione Malattie Infettive dell’Università di Tubinga, in Germania.

Le famiglie di batteri nella lista dell’OMS, dodici, sono divise in tre gruppi in base all’urgenza – critica, alta o media – di sviluppare nuovi antibiotici. Un’indicazione precisa destinata a governi e case farmaceutiche per incentivarli a investire in ricerca e sviluppo e soddisfare una necessità crescente. Anche gli antibiotici più recenti e finora più potenti, come le cefalosporine di terza generazione e i carbapenemi, iniziano infatti a perdere efficacia.

La classifica dei batteri più pericolosi

La classifica è stata stilata considerando una serie di elementi determinanti, tra i quali il livello di resistenza ai trattamenti attualmente disponibili, il tasso di mortalità, la prevalenza nelle comunità e il costo per il sistema sanitario. Sulla base di questi criteri sono esclusi dalla lista alcuni “nomi eccellenti” di batteri antibioresistenti, come quelli che causano la tubercolosi, per la quale esistono già programmi specifici di ricerca, e gli streptococchi, A e B, e la chlamydia, la cui resistenza agli antibiotici è ancora accettabile e che non costituiscono un serio rischio per la salute.

Un livello critico di urgenza è stato associato a quei batteri che hanno sviluppato una resistenza multifarmaco e la cui diffusione in luoghi di assistenza come ospedali o case di cura costituisce un pericolo serissimo per la salute dei degenti. Si tratta di alcuni batteri gram-negativi appartenenti alle famiglie Acinetobacter, Pseudomonas e Enterobacteriaceae che possono causare infezioni del sangue (batteriemie) o polmoniti. Questo tipo di infezioni batteriche solo in Italia coinvolgono più di 280mila pazienti all’anno, causando migliaia di decessi e comportando una spesa di annua per lo Stato maggiore di 100 milioni di euro.

Alta e media urgenza invece riguardano batteri come salmonella, responsabile di intossicazioni alimentari e gonococco, agente patogeno della gonorrea.

Dove nasce l’antibioticoresistenza

L’OMS ha diffuso la sua lista una settimana prima del G20, per portare questo gravissimo problema all’attenzione dei governi ed incentivare i loro investimenti in ricerca e sviluppo, nella speranza che nuovi antibiotici vengano messi a punto al più presto.

Ma la ricerca, da sola, può non bastare a risolvere il problema. Senza misure parallele anche i nuovi, futuri antibiotici potrebbero diventare troppo presto inefficaci. La causa primaria dell’antibioticoresistenza è infatti il cattivo uso o l’abuso di terapie antibiotiche, nella popolazione umana come negli animali da allevamento.

Riferimenti: OMS

Elisa Liberatore

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