Conoscere due lingue fa comodo, se poi si imparano entro il primo anno di vita i risultati saranno migliori. E’ quanto sostiene un gruppo di ricerca dell’Università di Hanover, guidato da Laura-Ann Petitto. Sembra che bambini che vengono a contatto con due lingue entro i 20 mesi di età crescano senza manifestare ritardi o confusione nelle capacità di apprendimento. Questa ipotesi contraddice quanto sostenuto in passato da altre ricerche condotte sullo stesso argomento, secondo cui i bambini esposti a due lingue prima dei 20 mesi d’età possedevano un linguaggio carente e confuso se confrontato con quello di coetanei monolingue. Secondo i recenti studi della Petitto (che verranno presentati durante l’annuale incontro della Society for Neuroscience di Orlando, Florida), i bambini cresciuti sin dalla nascita in un ambiente bilingue hanno una rappresentazione altamente differenziata dei loro due differenti linguaggi nativi. “Questi bambini cresceranno come se nel loro cervello trovassero posto due aree monolingue distinte, e questo avverrà senza alcuna contaminazione linguistica” afferma la ricercatrice. Durante lo studio sono stati esaminati bambini di svariate combinazioni linguistiche (russo/francese, spagnolo/francese, francese/inglese), età e contesti. Gli insegnanti hanno studiato gruppi di bambini bilingue in tre contesti tipici: esposizione a due lingue in famiglia; esposizione ad un nuovo linguaggio a causa di un trasferimento in una nuova comunità linguistica; e bambini abituati a parlare la lingua nativa in famiglia ed una lingua diversa a scuola. I risultati indicano che una tardiva e poco incisiva esposizione ad una seconda lingua, comune nelle impostazioni educative scolastiche, probabilmente non porterà mai un bambino a possederne la piena padronanza. (s.s.)