Categorie: Società

Bioetica e procreazione assistita

Vittoria FrancoBioetica e procreazione assistita. Le politiche della vita tra libertà e responsabilitàDonzelli Editore, 2005pp.165, euro 12,90Il volume “Bioetica e Procreazione assistita” della filosofa e senatrice Vittoria Franco rappresenta il viatico necessario, sia per il lettore più esperto sia per quello inesperto, per affrontare agilmente le tesi giuridiche e i dilemmi etici della legge in materia di procreazione assistita. Con pacatezza e linearità di stile l’autrice affronta il groviglio delle questioni in gioco e individua alcune parole chiave per focalizzare le questioni più discusse: il diritto alla salute, la genitorialità, la famiglia e, non da ultima, la libertà di ricerca. Lo fa, offrendo una buona sintesi sia della storia del dibattito politico-legislativo italiano che dello scenario legislativo europeo. Infine, compie un’ulteriore passaggio: sposta il confronto dal piano culturale a quello politico. È così che attraverso la valutazione della laicità dello Stato e del principio etico di responsabilità questo volume illustra le ragioni che hanno spinto al Referendum come unico mezzo possibile, in questa legislatura, per poter cancellare una legge dannosa e progettare un futuro diverso. Probabilmente quello di una legge mite, forse già scritta con il progetto di legge testo n.3221, presentato al Senato qualche mese fa e pubblicato nell’appendice del volume. Il messaggio finale è chiaro: occorre ripensare il rapporto tra politica, diritto ed etica. Come si può, infatti, sfuggire alla complessità delle questioni collegate con il concetto giuridico e filosofico di embrione, con la responsabilità verso la vita nascente, con la libertà di ricerca scientifica o la fecondazione con la donazione di gameti (seme o ovociti)? Non tanto entrando nel merito specifico delle singole questioni, quanto liberandosi da alcuni stratagemmi politici, primo tra tutti quello della libertà di coscienza dei singoli parlamentari, che si è tradotto, di fatto, nel tempo nella negazione della libertà e della coscienza dei cittadini. Ecco, allora che l’autrice indica una via, quella del principio dell’etica della responsabilità. Un concetto generico, ma che si può concretizzare quando si affronta il confronto diretto con la vita delle persone, da cui il Legislatore non dovrebbe mai distogliere lo sguardo. Si invoca dunque l’uso regolativo della legge e si rifiuta quello vessatorio che la legge 40 assume nel momento in cui vieta e punisce ogni cosa. Il corollario obbligato è poi quello che rivendica la separazione della valutazione politica e giuridica da quella religiosa del problema. Si afferma la laicità dello Stato che è di per sé un valore, che implica rispetto per gli altri, oltre che un metodo di lavoro che permette al Legislatore di evitare facili scivoloni ideologici, qualunque essi siano.

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