Alcol e cattiva alimentazione, le brutte abitudini degli adolescenti

    Negli ultimi decenni un’alimentazione inadeguata, ricca di grassi e povera di fibre, un uso scorretto di bevande alcoliche sia per quanto riguarda la quantità di etanolo che la modalità di assunzione (il cosiddetto binge drinking) stanno ormai diventando delle vere e proprie abitudini dei giovani. Lo rileva lo studio “Alcol e giovani” presentato ieri Roma, che ha coinvolto un totale di 2700 studenti di alcuni licei classici e scientifici pubblici del Lazio, principalmente nelle città di Roma (6), Latina (2) e Frosinone (2).

    Il progetto realizzato dalla Fire Onlus (Fondazione Italiana Ricerca in Epatologia) e reso possibile grazie al contributo della Fondazione Roma, ha fondamentalmente analizzato lo stile di vita, l’assetto psicologico e il consumo di bevande alcoliche, somministrando dei questionari anonimi (di 2000 domande ciascuno) ai giovani liceali di età compresa tra i 14 e i 19 anni, volti ad analizzare principalmente l’impatto dell’alcol negli adolescenti della regione Lazio. E questo è quello che è emerso dall’analisi dei risultati.

    I dati emersi dallo studio danno un quadro ben preciso della situazione dei nostri adolescenti: lo stile di vita è ad alto rischio, cattiva alimentazione da una parte e tendenza a bere troppo e in maniera concentrata. Si sta verificando un drammatico incremento del ‘binge drinking’, vere e proprie ‘abbuffate alcoliche’ in un intervallo di tempo minimo, spesso un’unica serata, con lo scopo di ottenere un’ubriacatura immediata nonché la perdita di controllo”, spiega Antonio Gasbarrini, professore di Gastroenterologia dell’Università Cattolica di Roma: “Dallo studio emerge come la modalità ‘binge drinking’ rappresenti un fattore di rischio importantissimo per lo sviluppo sia di problemi alcol-correlati che di alcol-dipendenza”. Per quanto riguarda il consumo di bevande alcoliche, infatti, il 22% dei ragazzi si è dichiarato totalmente astemio (numero sconcertante visto che a quell’età dovrebbero esserlo tutti), mentre il 28% ha dichiarato di bere saltuariamente. In particolare è stata fatta una domanda fondamentale: “Qualcuno vi ha mai detto che fa male?”. Il 92% ha risposto di no.

    Ma anche i comportamenti a tavola sono rischiosi. Dall’indagine emerge infatti che il 60% dei partecipanti non segue una corretta alimentazione. Ciò è dovuto alle conoscenze generiche in ambito nutrizionale, basti pensare che il 60% dei ragazzi non ha saputo rispondere in maniera esaustiva alla domanda: “Cosa sono le fibre?” e la stessa percentuale ha dichiarato di non essere informata sulle proporzioni di cibo raccomandate (grassi, proteine e carboidrati) nella dieta. “L’educazione alimentare è l’educazione alla salute. L‘alimentazione è uno dei fattori che più incide sullo sviluppo, rendimento e produttività delle persone, nonché sulla loro qualità di vita e sulle loro condizioni psico-fisiche. Una dieta corretta può prevenire molte malattie. Sarebbe fondamentale realizzare un progetto di educazione alimentare nelle scuole per creare consapevolezza sia negli alunni sie nelle famiglie”, ha precisato Gasbarrini.

    Infine il 30% del campione dichiara di essere fumatore, il 12.5% fa uso congiunto di alcol, fumo e altre sostanze, e il 60% pratica il binge drinking (inteso, come detto sopra, come abuso di bevande alcoliche concentrate in un unica serata o comunque nel weekend, dove l’intake, o assunzione, è di circa 4-5 drink, dove un drink è una unità di misura che corrisponde a circa 12g di alcol).

    Riferimenti: “Alcol e giovani”, Fondazione Italiana Ricerca in Epatologia

    Credits immagine: Jody Sticca/Flickr CC

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