E se il bosone di Higgs fosse fatto di tante particelle?

La famosa particella di Dio, ovvero il bosone di Higgs, non sarebbe affatto una particella elementare, e quindi indivisibile, ma un insieme di particelle unite da una nuova forza. A proporre questa nuova teoria, sul Journal of High Energy Physics, è un team italiano composto da quattro giovani fisici teorici: Francesco Sannino (University of Southern Denmark), Alessandro Strumia (Cern), Andrea Tesi (Istituto Fermi di Chicago) ed Elena Vigiani (dipartimento di Fisica dell’Università di Pisa e dell’istituto Nazionale di Fisica Nucleare). “L’ipotesi di base è che il bosone di Higgs non sia una particella elementare, ma fatto di particelle più fondamentali tenute insieme da una nuova forza”, spiegano i ricercatori a Media Inaf.

Ma cos’è esattamente un bosone? È una classe di particelle tra cui compare il fotone, la particella della radiazione elettromagnetica e l’Higgs, che conferisce massa alle altre particelle, teorizzato nel 1964 e rivelato solamente nel 2012 grazie agli esperimenti condotti all’acceleratore più grande del mondo, Lhc (Large Hadron Collide) del Cern.

Già in precedenza erano state formulate altre teorie secondo le quali il bosone di Higgs non fosse composto da un’unica particella.“L’idea di un bosone di Higgs composto non è certo nuova”, continuano i ricercatori.“La differenza rispetto ai vecchi modelli è che nella nostra teoria il bosone è costituito da due tipi di particelle fondamentali (fermioni e scalari, per la precisione), mentre le altre supponevano fosse costituito solo da fermioni”, ovvero particelle dello stesso tipo, che comprendono quark, neutrini ed elettroni.

Se la teoria dovesse essere confermata sperimentalmente, grazie al rilevamento di queste particelle da parte dell’Lhc, potrebbe potenzialmente fornire una spiegazione ai tanti interrogativi che oggi ci sembrano ora irrisolvibili, come per esempio sulla materia oscura o sulla scomparsa dell’antimateria dal nostro Universo. “Poiché le nuove teorie hanno l’ambizione di dare massa a tutte le particelle note, e in principio anche ai neutrini, ci aspettiamo conseguenze in diversi settori, dalla fisica dei neutrini alla fisica di LHC”, concludono i ricercatori. “Ci aspettiamo inoltre che teorie fondamentali come quella da noi considerata possano fornire nuove soluzioni a problemi aperti come l’asimmetria materia-anti materia, la materia oscura, eccetera”.

Via: Wired.it

Marta Musso

Laureata in Scienze Naturali alla Sapienza di Roma con una tesi in biologia marina, ha sempre avuto il pallino della scrittura. Curiosa e armata del suo bagaglio di conoscenze, si è lanciata nel mondo del giornalismo e della divulgazione scientifica. “In fin dei conti giocare con le parole è un po' come giocare con gli elementi chimici”.

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