Brain itch, quel tormentone nel cervello

“Brain itch”, prurito cerebrale. Ovvero quella canzoncina che ronza per la testa per giorni senza rimedio. A diagnosticarlo è stato James Kellaris, professore al College di Business Administration dell’Università di Cincinnati, secondo il quale “il prurito cognitivo è una sorta di metafora che riesce a spiegare in che modo queste canzoni si inceppano nella nostra testa”.

Da Ymca dei Village People alla Macarena dei Los del Rio, la lista dei tormentoni è infinita. Il fenomeno interessa la quasi totalità della popolazione umana (secondo lo studio di Kellaris la percentuale varia dal 97 al 99 per cento), colpisce in particolare musicisti o persone legate al mondo della musica, e in prevalenza le donne. Dallo studio è emerso, inoltre, che alcune canzoni possiedono delle caratteristiche che rendono molto più facile la memorizzazione, a tutto vantaggio delle case discografiche e dei pubblicitari a caccia di jingle d’effetto.

Gli esperimenti effettuati a Cincinnati hanno dimostrato, per esempio, che la chiave per una facile memorizzazione e “impressione” cognitiva starebbe nella ripetizione di musiche e parole, mentre la varietà renderebbe il processo più lento. Una volta diventate tormentone, ha spiegato Kellaris in un’intervista alla televisione inglese Bbc, “l’unica maniera per togliersele di testa è cantare a mente la canzone del momento per un paio di volte”.  Chiodo scaccia chiodo (c.f.)

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