Buco nero a dieta

Il gigantesco buco nero al centro della Via Lattea è affamato di materia. Sarebbe questo il motivo della sua minore attività rispetto ai buchi neri più grandi di altri sistemi stellari. E’ quanto rivela lo studio delle onde radio che provengono dal cuore della nostra galassia condotto da un team di ricercatori del Max Planck Institut per la Radioastronomia di Bonn, coordinato da Heino Falcke. Secondo la teoria comunemente accettata, l’energia gravitazionale della materia inghiottita da un buco nero viene convertita in radiazione elettromagnetica. Le onde emesse possono essere più o meno polarizzate (capacità di oscillare lungo direzioni ben definite). Falcke e colleghi hanno trovato livelli di polarizzazione molto alti nella radiazione proveniente dal ‘disco di accrescimento’, ossia dall’anello di materiale caldo attorno al buco nero, da cui cade la materia che da questo viene catturata. Di norma, le onde che attraversano il materiale nel disco dovrebbero essere depolarizzate, così, ha spiegato Falcke nel corso di un workshop internazionale di astrofisica che si è svolto la settimana scorsa alle Hawaii, l’elevato grado di polarizzazione nella radiazione osservata suggerirebbe che il disco contiene poca materia. Le ricerche condotte dagli astronomi tedeschi mostrano inoltre che il buco nero può consumare in un anno solo meno dello 0,1 per cento di una massa equivalente a quella della Terra, contro le dieci masse terrestri ipotizzate in precedenza. “I buchi neri”, ha commentato David Clement dell’Imperial College di Londra, “manifestano un’attività assai variabile: ci deve essere qualcosa che sveglia questi mostri, qualcosa che li alimenta”. (f.to.)

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