Buco nero ai raggi X

Come la materia accumulandosi intorno a un buco nero emette raggi X. E’ questo il processo, ipotizzato già da tempo, del quale gli astronomi hanno osservato per la prima volta l’intero ciclo: dalla formazione dei flussi energetici alla loro graduale diminuzione d’intensità. Lo studio, pubblicato su Science, è stato condotto da un team di ricercatori francesi e americani guidati da Stephane Corbel, dell’Università di Parigi VII, e da John Tomsick, dell’Università della California, a San Diego. Gli scienziati hanno analizzato un sistema – denominato XTE J1550-564 e posto nella nostra galassia a 17.000 anni luce dalla Terra – formato da una stella di piccola massa intorno alla quale orbita presumibilmente un buco nero, una concentrazione di massa così elevata da cui nulla, neppure la luce, può sfuggire. Con la sua forza di gravità, il buco nero sottrae materia alla stella: nel loro tragitto, le particelle dirette dalla stella al buco nero formano attorno ad esso un disco caldissimo che ruotando emette raggi X, ossia onde elettromagnetiche ad alta energia, che rendono in qualche modo visibile il buco nero stesso. I ricercatori sperano ora che le loro analisi possano aiutare a chiarire, almeno a livello teorico, meccanismi analoghi che riguardano buchi neri di altre galassie. “Visto che i flussi energetici studiati provenivano da un buco nero nella nostra galassia”, ha sottolineato Corbel, “abbiamo osservato, nel corso di pochi anni, evoluzioni che avrebbero richiesto migliaia di anni per manifestarsi attorno a un buco nero di grande massa in una galassia distante”. (f.to.)

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here