Categorie: Ambiente

Buone notizie per lo strato (e il buco) dell’ozono

Buone notizie per il pianeta (ce n’era bisogno dopo quelle cattiveriguardo le concentrazioni di gas serra nell’atmosfera). Secondo un’analisi effettuata da circa trecento scienziati di diverse organizzazioni – condotta dal World Meteorological Organization(Who) e lo United Nations Environmental Program (Unep), con la partecipazione della Nasa, della Commissione europea, del National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) -, lo strato dell’ozono che circonda il nostro pianeta è sulla via del recupero. Ovvero, dopo anni di assottigliamento, l’ozonosfera si sta ispessendo, o meglio, è in via di ispessimento per i prossimi decenni, tornando ai livelli degli anni Ottanta (anche se il buco dell’ozono continuerà a mostrarsi per gran parte del secolo).

L’ozonosfera, lo ricordiamo, è un sottile strato di gas che protegge la Terra (e così noi) dai dannosi raggi ultravioletti provenienti dal Sole, messo in pericolo da diverse sostanze chimiche (come i clorofluorocarburi e i clorofluorocarburi bromurati completamente alogenati, un tempo impiegati come schiume isolanti, nei frigoriferi, nei dispositivi antiincendio e nelle bombolette spray). Contro questi composti – e a favore dell’ambiente e della salute – nel 1987 venne firmato il protocollo di Montreal, un accordo internazionale che mirava a ridurre uso e produzione di quelle molecole che mettevano in pericolo lo strato dell’ozono.

Oggi, a distanza di 27 anni, quell’accordo comincia a dare i frutti sperati. Secondo gli esperti è grazie al protocollo di Montreal se, parimenti all’ispessimento dello strato dell’ozono, entro il 2030 sarà possibile evitare l’insorgenza di 2 milioni di i casi di cancro alla pelle, per esempio. “L’azione internazionale sullo strato di ozono è una grande storia di successo ambientale”, ha commentato il segretario generale del Wmo Michel Jarraud, “Questo ci deve incoraggiare a mostrare lo stesso livello di urgenza e di unità per affrontare la sfida ancora più grande deicambiamenti climatici”.

Infatti, sebbene l’eliminazione di alcune sostanze che minacciano l’ozono ha avuto effetti positivi sul clima (in quanto tra queste vi sono anche potenti gas serra), i loro sostituti (come gli idrofluorocarburi) mettono in pericoli i guadagni conquistati, essendo anch’essi potenti gas serra, avvertono gli esperti. E la notizia che il 2013 è stato quello col maggior aumento di Co2, rende ancora più urgente l’azione contro i cambiamenti climatici. Anche se le sfide sono ben maggiori di quelle affrontate dal protocollo di Montreal. Infatti, come ricorda anche la Bbc, bandire e sostituire poche sostanze chimiche, è ben diverso dal contrastare le emissioni di anidride carbonica, coinvolte in processi centrali delle attività umane.

Cosa accadrà all’ozono nella seconda metà del ventunesimo secolo, concludono gli esperti, dipenderà soprattutto dalle concentrazioni di metanoanidride carbonica e ossido di diazoto. Se infatti i primi due tendono ad aumentare i livelli globali di ozono, l’ossido di diazoto, oltre ad essere un potente gas serra, è anche un gas che favorisce l’impoverimento dell’ozono.

Via: Wired.it

Credits immagine: Nasa

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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