Generalmente gli elettricisti preferiscono mantenere i fili asciutti. Ma a Monterey, in California, un gruppo di scienziati ed ingegneri del Mbari (Monterey Bay Aquarium Research Institute), spera che immergendo i cavi elettrici sott’acqua si possa rivoluzionare lo studio degli oceani. Questa settimana il team deporrà un cavo elettrico di 52 chilometri a 900 metri sotto il livello del mare: vi saranno collegati diversi strumenti di ricerca posti sullo Smooth Ridge, un altopiano del Monterey Canyon, il più largo e profondo canyon sottomarino della costa occidentale.
Dopo anni di progettazione, si tratta del primo vero passo per la costruzione del Mars (Monterey Accelerated Research System), un pionieristico osservatorio sottomarino che consentirà agli scienziati – grazie alle fibre ottiche – di condurre esperimenti comunicando direttamente con macchine sottomarine e monitorando i risultati in tempo reale attraverso computer a terra.
La maggior parte dell’oceano profondo, che tra l’altro gioca un ruolo critico nei mutamenti climatici di lungo periodo, è ancora oggi opaco ai nostri sensi e quindi poche sono le nostre conoscenze al riguardo. Posizionando strumenti sul fondo del mare per un tempo indefinito gli scienziati potranno finalmente monitorare l’oceano in modo continuativo. “Mars è il contributo americano allo sforzo internazionale di sviluppare osservatori dell’oceano permanenti”, ha detto Jim Bellingham, direttore del Mbari.
Entro la fine dell’anno, il robot Rov (Remotely Operated Vehicle) inizierà a portare sott’acqua gli strumenti. Usando un joystick e le videocamere di Rov come occhi, un ricercatore guiderà il braccio meccanico del robot da una nave. Non sarà facile: “E’ un po’ come cercare di istallare un pc indossando un paio di muffole (i guanti senza dita), e guardando attraverso un binocolo”, dice Mark Chaffey, ingegnere del Mars. “Tra una decina di anni”, concludono gli scienziati, “potrebbero esserci dieci network subacquei di questo tipo nel mondo”.
