Salute

Caffè e aritmie, uno studio smentisce il legame

(Credits: scott feldstein/Flickr CC)

Consumare grandi quantità di caffeina non causerebbe aritmie nei pazienti che soffrono di insufficienza cardiaca sistolica o che sono a rischio di aritmia ventricolare: lo sostiene uno studio pubblicato su JAMA Internal Medicine, che sembra andare controcorrente alla tesi secondo cui bere molto caffè possa peggiorare la condizione di persone affette da patologie cardiovascolari.

Nonostante l’argomento si studi da anni, la relazione tra consumo di caffeina ed aritmia (dove per aritmia si intende l’alterazione del normale ritmo cardiaco) rimane controversa, e molti pazienti considerati ad alto rischio cardiaco vengono incoraggiare a ridurre la quantità di bevande contenenti caffeina consumate giornalmente.

Luis Rohde e i suoi colleghi della Federal University of Rio Grande do Sul, in Brasile, hanno condotto un trial clinico per studiare gli effetti a breve termine del consumo di elevati dosi di caffeina in pazienti affetti da insufficienza cardiaca. Sono stati 51 i partecipanti hanno preso parte allo studio: a 25 di questi è stato dato caffè decaffeinato con caffeina in polvere aggiunta, i rimanenti 26 hanno invece bevuto caffè decaffeinato con un placebo a base di polvere di lattosio. Tutti i pazienti hanno consumato la bevanda a intervalli di un’ora, per un totale di 500 mg di caffeina o di placebo ingeriti durante un periodo di 5 ore. Il trial comprendeva anche un test su un tapis roulant un’ora dopo l’ultima ingestione.

Dai risultati non sono emersi collegamenti tra l’ingestione di caffeina e l’insorgenza di episodi di aritmia, anche dopo il test sul tapis roulant. Gli autori, tuttavia, sottolineano le limitazioni dello studio: nonostante dai dati ottenuti non siano emersi legami, circa il 50% dei partecipanti erano bevitori abituali di caffè: questo potrebbe influenzare i risultati in quanto persone non abituate a consumare caffè potrebbero reagire in modo diverso agli effetti della caffeina.

Lo studio, inoltre, si occupava di studiare solamente gli effetti a breve termine e, nonostante i ricercatori pensino che sia improbabile, non esclusono conseguenze a lungo termine. “L’ingestione di grandi dosi di caffeina”, concludono gli scienziati, “non ha indotto aritmie in pazienti che soffrono di insufficienza cardiaca sistolica né a riposo né durante esercizio fisico. Fino ad oggi, non ci sono prove sufficienti a supportare la raccomandazione di limitare il consumo di caffeina nei pazienti a rischio di aritmia.”

Riferimenti: JAMA International Medicine

Claudia De Luca

Dopo la laurea triennale in Fisica e Astrofisica alla Sapienza capisce che la vita da ricercatrice non fa per lei e decide di frequentare il Master in Giornalismo e Comunicazione della Scienza all'Università di Ferrara, per imparare a conciliare il suo amore per la scienza e la sua passione per la scrittura.

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