Le carezze della mamma “accendono” il cervello

Ammore ‘e mamma nun te ‘nganna”, o almeno non inganna il tuo cervello. Il vecchio proverbio napoletano trova oggi riscontro in uno studio statunitense pubblicato su eNeuro. I ricercatori hanno monitorato il cervello – in modalità wireless – di cuccioli di ratto, durante la presenza e l’assenza della mamma nel nido, e hanno visto non solo che l’attività neuronale aumenta se lei è vicina, ma anche che è il sistema della serotonina ad avere un ruolo chiave in questi meccanismi.

Separare i figli dalle madri nelle prime fasi della vita potrebbe avere effetti deleteri sui bambini e sul loro sviluppo. Ma i meccanismi per i quali la privazione della presenza materna può influenzare nell’immediato l’attività cerebrale della prole, tanto da rischiare di compromettere la salute mentale, non erano stati investigati in dettaglio.

Per chiarire alcuni dei processi con cui la presenza della mamma nelle prime fasi di vita influenza lo sviluppo cerebrale, gli studiosi hanno analizzato la zona del cervello nota come corteccia prefrontale (CPF), ricca di recettori per la serotonina, un ormone importante per lo sviluppo nelle primissime fasi della vita. L’attività neuronale è misurabile tramite l’analisi delle onde elettriche generate dal cervello, che i ricercatori hanno potuto monitorare in modalità wireless, grazie a un sensore inserito nella CPF dei cuccioli di ratto (il tutto svolto sotto anestesia e in brevissimo tempo).

Gli studiosi hanno seguito 24 cuccioli in 12 gabbie diverse e hanno condotto tre esperimenti: nel primo hanno registrato i segnali per un’ora, analizzando i momenti in cui la mamma era presente o si allontanava per almeno 5 minuti di seguito. Nel secondo sono state fatte le stesse misurazioni ma dopo aver somministrato ai piccoli una sostanza inibitrice di un recettore della serotonina (detto 5-HT2R), per vedere se il blocco dell’ormone avesse risultati simili all’allontanamento della madre. Infine, il terzo esperimento consisteva nella somministrazione di uno stimolatore della serotonina, per vedere se avesse effetti simile alla presenza della madre.

Nel primo esperimento gli scienziati hanno registrato un aumento nell’attività cerebrale della CPF nei momenti in cui la mamma era presente nel nido, rispetto a quando si allontanava. Nel secondo, in cui i ricercatori hanno testato l’effetto di un inibitore di un recettore della serotonina, c’è stata una significativa riduzione dell’effetto della presenza materna sul cervello, risultato che indica non solo il ruolo importante di mediatore della serotonina, ma anche del recettore testato nello studio (5-HT2R). Infine, il terzo esperimento ha mostrato che aumentare la serotonina ha un effetto simile alla presenza materna sulle onde cerebrali.

Messi assieme, i risultati indicano che il sistema serotoninergico fa parte della rete coinvolta nella modulazione dell’attività cerebrale dei cuccioli in risposta alla presenza della mamma” spiegano gli autori. “Anche se non abbiamo monitorato le specifiche attività all’interno del nido, possiamo ipotizzare, alla luce dei risultati ottenuti in questo e in studi precedenti, che l’aumento delle onde nella CPF possa essere dovuta a una combinazione di tre fattori: l’attaccamento alla mammella, il contatto fisico con la mamma e i ‘compagni di culla’, e l’odore materno”.

Riferimenti: eNeuro

Alice Matone

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