Cassazione: sì al referendum sul nucleare

Il tentativo del governo di affossare il referendum sul nucleare è fallito: il quesito sulla costruzione di nuove centrali non verrà sottratto al voto popolare del 12 e 13 giugno. Lo ha deciso questa mattina la Corte di Cassazione. Secondo il parere dei giudici, la legge 75/2011 (ex decreto Omnibus) non può sottrarre il potere decisionale all’iniziativa referendaria. A giugno, quindi, gli italiani saranno chiamati alle urne per decidere il futuro dell’energia nucleare, insieme a quello dell’acqua pubblica e al legittimo impedimento.

Nonostante tutto i quesiti dovranno essere riformulati, in modo da far esprimere gli italiani direttamente sul testo della legge 75/2011, che contiene al suo interno varie considerazioni sul piano per lo sviluppo energetico del paese e la costruzione di centrali nucleari. Questo significa che le schede di consultazione dovranno essere corrette e ristampate. Tuttavia, il Viminale sarebbe ottimista per quanto riguarda i tempi tecnici necessari ad aggiornare il materiale elettorale.

La decisione della Cassazione ha stabilito, in sostanza, che la legge varata dal governo per abrogare le norme oggetto del referendum non impedisce agli italiani di esprimere il proprio parere sull’energia nucleare tout court.

“Precedenti sentenze della Corte costituzionale – ha spiegato il Wwf in una sua memoria inviata alla Cassazione – stabiliscono chiaramente che se l’intenzione del legislatore rispetto alla norma oggetto di referendum rimane fondamentalmente identica la richiesta referendaria non può essere bloccata perché, diversamente, la sovranità del popolo verrebbe ridotta ad una mera apparenza”.

E’ dunque ufficiale: il 12 e 13 giugno gli italiani si recheranno alle urne per votare i 4 quesiti referendari: due sull’acqua pubblica, uno sul nucleare ed un quarto sul legittimo impedimento.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here