Centrali italiane da esportazione

Le industrie energetiche italiane potrebbero partecipare alla costruzione di impianti elettronucleari nell’Europa dell’est. Un emendamento alla legge di ratifica del protocollo di Kyoto approvato il 23 aprile dalle Commissioni congiunte Affari esteri e Ambiente della Camera prevede infatti l’utilizzo del nucleare come alternativa alle tecnologie energetiche che comportano l’emissione di gas serra. Mentre si attende per i primi di maggio la discussione della legge in Parlamento, non sono mancate le reazioni: in un comunicato, l’associazione ambientalista Greenpeace osserva che il provvedimento – preso pochi giorni prima del sedicesimo anniversario del disastro di Chernobyl, il 26 aprile – è un tradimento dello spirito antinucleare del referendum del 1987. Già in Commissione, inoltre, i rappresentanti dell’opposizione avevano rilevato come il provvedimento contrasti le intenzioni della Conferenza sul clima di Marrakesh, per escludere l’utilizzo del nucleare per la produzione di energia. Secca la risposta dei parlamentari di maggioranza, per i quali le decisioni assunte in ambito internazionale non contengono nessuna esplicita messa al bando del nucleare e la partecipazione alla costruzione di impianti elettronucleari dell’Est potrebbe essere un’opportunità per le imprese italiane e una garanzia di sicurezza. (m.ca.)

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