Una volta era temuto per le sue devastanti inondazioni, ora rischia di scomparire dalle carte geografiche: è il Fiume Giallo, il secondo corso d’acqua cinese per lunghezza. Negli ultimi anni, l’eccessivo consumo idrico e l’inquinamento di metà degli oltre 2000 fiumi e laghi che lo alimentano avevano già ridotto il fiume ai minimi termini. E ora una stagione estiva eccezionalmente secca, riporta l’agenzia giornalistica Nuova Cina, gli ha inferto un colpo di grazia. La siccità ha causato il prosciugamento di oltre 120 fonti di acqua potabile della regione del Qinghai, un tempo celebre per la sua ricchezza idrica. E anche il bestiame è rimasto a corto di foraggio e acqua. Monitorato sin dal VII secolo avanti Cristo per i suoi straripamenti nelle campagne circostanti (e per questo ribattezzato la “piaga della Cina”), il Fiume Giallo divenne così impetuoso tra il XVII e il XVIII secolo da indurre la dinastia Qing a nominare un governatore per gestire il problema.(b.b.)
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