Chi non odora non fa l’amore

Le persone incapaci di sentire gli odori hanno più difficoltà nella ricerca del partner e nella gestione di un rapporto sentimentale. Lo dimostra uno studio pubblicato su Biological Psychology e condotto da Ilona Croy e collaboratori dell’Università di Dresda, che hanno osservato il comportamento di un campione di uomini e donne privi di olfatto, un disturbo chiamato anosmia congenita isolata, a confronto con un gruppo di persone normodotate.

Le persone esaminate, 32 per il campione di quelle anosmiche e 36 per il gruppo di controllo, di età media intorno ai 30 anni, sono state sottoposte a tre questionari, utilizzati per rilevare rispettivamente l’influenza dell’olfatto nella vita quotidiana, il comportamento nei rapporti sociali e il livello di depressione.

Dai dati raccolti è emerso che le persone senza olfatto hanno difficoltà nelle relazioni sociali, in particolare nel campo sentimentale, con una sostanziale differenza fra i sessi: gli uomini sembrano presentare difficoltà in fase di ricerca del partner, mentre le donne appaiono più insicure nell’ambito di un rapporto. Entrambi i problemi sembrerebbero derivare dall’insicurezza generale che deriverebbe dall’incapacità di sentire gli odori. Per i maschi, il problema sarebbe associato alla natura esplorativa del comportamento sessuale basato sull’olfatto, mentre per le femmine sembrerebbe più associato alla loro maggiore sensibilità olfattiva rispetto agli uomini, come dimostrato da altri studi.

Gli autori dello studio ammettono che la ricerca ha coinvolto un campione di piccole dimensioni e che per ottenere evidenze più consolidate andrebbero condotte indagini con una più ampia copertura statistica. I primi risultati ottenuti possono però essere un’ottima base per approfondire le conoscenze su un problema che affligge una parte non marginale della popolazione: la sindrome, infatti, colpisce nel mondo circa una persona su 7.500, due milioni nei soli Stati Uniti.

Riferimenti: Biological Psychology doi:10.1016/j.biopsycho.2012.11.008

Credits immagine: TechNopal /Flickr

3 Commenti

  1. Se la frequenza proporzionale dichiarata e’ 1 su 7.500, dato che gli USA hanno circa 300 milioni di abitanti, e dato che 300.000.000 diviso 7.500 fa 400.000, non si capisce come la sindrome di anosmia congenita isolata secondo l’articolo affligga 2 milioni di persone, ossia 5 volte tante quelle derivanti dalla incidenza proporzionale dichiarata.

  2. Se sono due milioni negli Stati Uniti e sono mediamente uno ogni 7.500 persone ne viene fuori che negli Stati Uniti dovrebbero abitare circa 15 miliardi di persone.
    Uno dei due dati almeno è sicuramente sballato, a meno che negli USA questo disturbo non sia circa 40 volte più diffuso che nel resto del mondo.

    Possibile che in una rivista scientifica non si facciano quattro conti a spanne, per evitare di dare delle cifre inverosimili?

  3. Gentili lettori, ci scusiamo per l’imprecisione. Lo studio dei ricercatori dice che l’incidenza dell’anosmia sulla popolazione mondiale è in media 1:7500 (o, più precisamente, 1:5000-10000, si veda anche il lavoro precedente pubblicato su Plos One: http://www.plosone.org/article/info%3Adoi%2F10.1371%2Fjournal.pone.0033365). Per quanto riguarda gli Stati Uniti, il dato di due milioni di persone si riferisce al numero di persone che soffrono di generica diminuzione dell’olfatto, che può essere totale (in questo caso si parla di anosmia) o parziale (qui le stime raccolte dall’Anosmia Foundation: http://www.anosmiafoundation.com/suffer.shtml).

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here