Cibo pazzo in tavola

Jean-Claude Jaillette
Il cibo impazzito
Feltrinelli, 2001
pp. 152, £ 24.000

Un reportage dai toni allarmanti. Un lungo articolo giornalistico dopo aver letto il quale sarà difficile mettersi a tavola con la stessa leggerezza d’animo di prima. Centri d’acquisto, sistema di trasporti, catena del freddo: sono troppi i punti deboli delle reti produttive e distributive degli alimenti perché non avvengano incidenti. E Jean-Claude Jaillette, già direttore del periodico francese “Que Choisir?” per la difesa e la tutela dei consumatori, li analizza tutti. Servendoli al lettore uno dopo l’altro, con stile asciutto e severo. Un’indagine, quella che ha portato alla realizzazione del libro, davvero documentata, da cui emergono le responsabilità delle multinazionali, delle istituzioni, dei produttori, degli allevatori, dei distributori e in ultimo degli stessi consumatori. Colpevoli di esigere una quantità sempre maggiore di cibo a un prezzo sempre minore. Lo spunto per iniziare a indagare è, manco a dirlo, la questione delle farine animali e quindi della mucca pazza. Ma anche della diossina nella Coca-Cola e della listeria, un batterio tossico, trovato nella rillette, specialità francese di salumeria.

Si parte dall’attualità francese, su cui punta gran parte del libro, per arrivare alla gestione politica ed economica europea dei continui scandali alimentari che hanno affollato giornali e televisioni negli ultimi tempi. Appare chiaro quale sia il retroterra politico che ha causato lo stato di cose attuali. Si parte addirittura dal 1958, quando entra in vigore il Trattato di Roma e si realizza così il sogno di una politica agraria comunitaria. Peccato, sottolinea l’autore, che questo si sia attuato con due azioni principali. Da una parte ricorrendo a elevate tassazioni su prodotti extra comunitari, dall’altra acquistando a prezzi europei garantiti tutti i prodotti in eccesso. Conservati in silos refrigerati in attesa di tempi migliori. Per molti anni quindi gli agricoltori hanno beneficiato di prezzi ampiamente superiori a quelli praticati nel resto del mondo. Così l’offerta è arrivata a superare la domanda e si è innescato il processo di corsa folle alla ipernutrizione degli animali. Su questo sfondo prendono vita tutti i casi particolari e nazionali. Jaillette racconta con dovizia di particolari quello che è successo negli ultimi anni in Francia, sarebbe ora che qualcuno descrivesse anche cosa è accaduto in Italia.

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